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Chi sono i professionisti più stressati d'Italia? Il settore della finanza in pole position

VENERDÌ 25 SETTEMBRE 2020 | Lascia un commento
Foto Chi sono i professionisti più stressati d'Italia? Il settore della finanza in pole position
Scritto da Stefania Pili

Sempre più spesso si parla di stress da lavoro: sindrome di Burnout, ansia da prestazione, nervosismo e insoddisfazione lavorativa che, purtroppo, vanno a ripercuotersi anche sulla vita privata. In quest'ultimo anno si è discusso soprattutto di depressione da lockdown, delle ripercussioni mentali e fisiche della quarantena forzata, dall'impossibilità di uscire e di interagire normalmente. Da una parte, questo ha sicuramente limitato spostamenti, spese per i trasporti e quant'altro, ma dall'altra, la tecnologia e i nuovi mezzi di comunicazione digitale hanno portato i lavoratori ad essere schiavi dei ritmi incessanti e degli orari di lavoro completamente sfasati.

Questo può essere ritenuto il motivo principale di tanto stress? Certamente no. Influiscono tanti altri fattori quali condizioni lavorative sfavorevoli, instabilità contrattuale, rapporti avversi con i colleghi e via dicendo. Nascono così situazioni spiacevoli che, quotidianamente, limitano la produttività aziendale con una debilitazione psicofisica da non sottovalutare.

A questo proposito, vi siete mai chiesti in quali settori lavorano i professionisti più stressati d'Italia? Vediamoli insieme.

 

Per approfondire: “Smartworking e tecnostress: come proteggere la salute e combattere i dolori fisici

Il primato italiano della finanza

Grazie al sondaggio “The Workforce View 2020 – Volume Uno”, realizzata da ADP, multinazionale leader nell'ambito della gestione delle risorse umane, si è scoperto che chi lavora nel mondo della finanza è il più stressato d'Italia. Questo comprende i reparti bancario, assicurativo e delle intermediazioni, dove ben il 93% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi costantemente sotto pressione. Insomma, circa 9 professionisti su 10.

La ricerca è stata condotta grazie alle interviste di 32.500 lavoratori in tutto il mondo, 2.000 in Italia. Si sono quindi analizzate le opinioni dei dipendenti riguardo alle difficoltà attuali su posto di lavoro e i problemi che, secondo la loro opinione, potrebbero emergere in futuro.

Al settore della finanza seguono i servizi professionali con il 90% (pubblicità, pubbliche relazioni, consulenza, servizi commerciali, legale, contabilità, architettura, ingegneria, progettazione di sistemi informatici) e chi lavora nel campo media/informazione (editoria, radio, televisione, cinema e così via) con l'87%. Una media molto alta dato che la percentuale italiana si assesta al 66%.

Dati piuttosto scoraggianti visto che lo stress eccessivo può portare i lavoratori a problemi molto più seri. Marisa Campagnoli, HR director di ADP Italia, commenta: “Lo stress eccessivo e cronico può portare il lavoratore ad avere problemi di salute psicologica. Chi lavora nel mondo finanziario è costantemente posto sotto pressione da più variabili che spesso non dipendono neanche da lui stesso. Pensiamo ad esempio a quanto accaduto con la pandemia: crollo dei mercati, ansia dei risparmiatori, assicurazioni sanitarie non sufficienti… chi lavora in questo settore ha risentito moltissimo del periodo Covid. Gestire e avere la responsabilità di grosse somme di denaro può essere davvero angosciante in certi casi. I datori di lavoro e i responsabili HR dovrebbero prendere in considerazione l’importanza di alleviare l’onere per i lavoratori sotto pressione. I team delle risorse umane possono svolgere un ruolo importante in modo che il personale si senta supportato”.

Dalla ricerca ADP emergono anche altri dati sconfortanti: il 30% dei lavoratori della finanza fa almeno 5 ore di straordinari a settimana, il 25% arriva a 10 ore settimanali, il 6% fino a 15 ore mentre il 5% fino a 20 ore. Il 45% ritiene, inoltre, di essere correttamente retribuito per le proprie capacità ed esperienza, il 31% pensa di essere sottopagato, il 33% vorrebbe avere più responsabilità, più autonomia e un ruolo più senior, il 7% reputa, al contrario, di ricoprire un ruolo per il quale non è abbastanza qualificato.

 

Consulta anche: “Paura di aver scelto il lavoro sbagliato? Potresti soffrire di Fobo

Le cause dello stress sul lavoro

Le ragioni per le quali si scatena lo stress nei lavoratori sono molteplici. C'è chi vorrebbe uno stipendio migliore o una carriera più stimolante. C'è chi, poi, preferirebbe una separazione molto più netta tra vita privata e lavoro.

Oltre a queste cause, come dicevamo in precedenza, vi sono anche altre motivazioni più attuali. Parliamo dello stress da Covid-19 derivato da una quarantena forzata nelle proprie abitazioni e da una sicurezza instabile sul luogo di lavoro. Inoltre, per chi lavora in smartworking, in remoto o con il telelavoro, il rischio maggiore è che il “superlavoro” possa rappresentare un rischio per la gestione del tempo che va a collimare (negativamente) su quello legato alla sfera privata.

Le conseguenze dello stress da lavoro, chiamato anche con il triste appellativo “Il male del XXI Secolo”, spaziano dalla depressione all'ansia, dagli attacchi di panico all'insonnia, dalle alterazioni del metabolismo alla spossatezza, fino ad arrivare alla caduta dei capelli e all'insorgere di tic.

Si parla di una percentuale del 23% di coloro che, in Italia, dichiarano di risentire mentalmente e fisicamente di ansia e stress da lavoro ogni giorno: 1 italiano su 4 praticamente. Un altro 43% afferma di vivere questa sensazione non giornalmente, ma settimanalmente, spesso anche due o tre giorni a settimana. Circa il 18% prova malessere solo poche volte al mese, mentre un 12% dichiara, per fortuna, di non sentirsi mai stressato.

 

Leggi anche: “Insoddisfazione lavorativa: 5 consigli per riconoscerla e affrontarla



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