Registrati ed unisciti ai tantissimi lavoratori che stanno già ricevendo contatti dalle aziende
REGISTRATI
Blog e News

I micro influencer per le aziende: una nuova strategia di business

GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2020 | Lascia un commento
Foto I micro influencer per le aziende: una nuova strategia di business
Scritto da Stefania Pili

Tra i nuovi trend che permettono di promuovere la propria azienda, vi è sicuramente l'utilizzo dei micro influencer. Un nuovo modo di fare marketing che riprende ovviamente il già noto influencer marketing, ma più in piccolo e con intenzioni comunicative differenti. I micro influencer vengono infatti ingaggiati per creare più fiducia e trasmettere maggiore sensibilità attorno al brand, qualcosa che si avvicini di più al target, che ha la possibilità di identificarsi maggiormente nei valori comunicati.

Chi sono i micro influencer? Sono i fondatori di una piccola community all'interno dei social media, relativa a un settore specifico e di propria competenza. Grazie a questa autorevolezza, godono di fiducia e autorità da parte dei loro followers, incrementando giorno dopo giorno il proprio engagement rate (interazioni con i propri follower). Per la precisione, un micro influencer è un utente dei social media, soprattutto su Instagram, che possiede un numero di followers che oscilla tra i 1.000 e i 100.000 utenti, caratteristica principale che li differenzia dai classici e più celebri infuencer. Tra i grandi influencer protagonisti di questi ultimi anni troviamo per esempio Chiara Ferragni, Bejoncè, Kendall Jenner e via dicendo. Celebrità social di spicco che riescono a veicolare un messaggio pubblicitario in modo molto efficace in quanto persone molto amate e apprezzate. Un'autorevolezza più che sufficiente per convincere gli utenti ad affidarsi a un prodotto o un servizio specifico.

 

Leggi anche: “come trovare lavoro e inventarsi un nuovo business: prova con tik tok!

 

Il fatto di affidarsi a personaggi con un minor seguito di followers non nasce per caso. Forse si è abusato troppo di un qualcosa di poco concreto e identificabile con le vite e i valori degli utenti che popolano Instagram. A prescindere dalla motivazione di questa “inversione di rotta”, la propensione delle aziende è quella di riportare i propri valori al centro della comunicazione, grazie a un'esperienza diretta reale e a una micro-targetizzazione mirata che consente di segmentare ancor di più il pubblico, creando contenuti ad hoc. Un qualcosa che i big influencer probabilmente non riescono a fare: grandi numeri sì, ma pubblici disomogenei o non abbastanza interessati a ciò che si comunica.

La qualità del messaggio e del contenuto diviene quindi protagonista assoluto insieme alla qualità dell'influencer e alla sua capacità di comunicare e testimoniare la propria esperienza su alcuni temi e valori, immedesimandosi appieno nell'utente che lo segue. E sempre più aziende vogliono questo risultato, grazie anche al minor investimento monetario che ne deriva: si ha quindi un miglior risultato con meno soldi, con un rafforzamento cospicuo del target e della direzione comunicativa che si vuole prendere.

Come trovare e scegliere i migliori micro influencer per la propria strategia aziendale? Non è certo un compito semplice, occorre prima di tutto avere un'idea precisa di ciò che si vuole comunicare. Una volta decisa la linea pubblicitaria, bisogna fare una ricerca accurata nei feed di Instagram in base al settore di riferimento, controllando hashtag e profili di maggior successo e fiducia. In secondo luogo, occorre sempre verificare i possibili tag da parte di influencer che utilizzando spontaneamente i prodotti del brand. Un modo veloce per trovare l'influncer più adatto (ma investendo del denaro), è utilizzare alcune piattaforme virtuali come Tribe e Top Influencer, che facilitano il contatto tra brand e influencer.

 

Consulta anche: “influencer marketing: di cosa si tratta e perché oggi fa così tanto discutere

Secondo un'indagine condotta da Buzzoole su un campione di 8.000 canali Facebook e Instagram e, nello specifico, sui micro influencer, è emerso che i profili con meno di 3.000 follower hanno la capacità di ottenere risultati superiori agli altri in termini di engagement rate e reach rate (persone raggiunte rispetto ai follower). In aggiunta, questi cosiddetti content creator hanno anche il più basso numero di follower sospetti. L'analisi mostra che il settore con il più elevato tasso di engagement rate, che ripetiamo, è il numero complessivo delle interazioni diviso il numero di follower, è il Gaming, seguito dallo Sport, l'Intrattenimento, la Cultura e il Turismo. Per quanto riguardo invece l'engagement su reach (dato che si ottiene confrontando le interazioni con la reach, le persone raggiunte dai post), si evince che il settore Beauty sia il più performante, seguito dal Fashion, il Travel, il Lifestyle e l'Ambiente. Infine, gli influencer del settore News sono quelli che registrano il più alto rapporto reach/follower (reach rate).

A prescindere dal settore, le aziende devono saper lavorare con qualità e intelligenza, riuscendo a fornire un prodotto o un servizio coerente con gli standard degli utenti. Se si opta per l'ingaggio di un micro influencer, occorre che siano ben chiari i propri ideali aziendali, indipendentemente dalle dimensioni del pubblico. Essere in linea con la propria immagine e affidarsi a personaggi sinceri e che ispirano fiducia, è  quindi da considerarsi fondamentale al giorno d'oggi, e può davvero rappresentare un'alternativa valida per comunicare in maniera valida ed efficace.

 

Leggi anche: “i lavori più ricercati nel 2020: i profili da tenere d'occhio



LinkedIn
Whatsapp
LASCIA UN COMMENTO
Acconsento al trattamento dei miei dati personali in conformità alle vigenti norme sulla privacy. Dichiaro di aver letto e accettato l'informativa sulla privacy
INVIA COMMENTO