Registrati ed unisciti ai tantissimi lavoratori che stanno già ricevendo contatti dalle aziende
REGISTRATI
Blog e News

Opportunità e limiti: come si sta muovendo il settore della sharing economy?

VENERDÌ 12 GIUGNO 2020 | Lascia un commento
Foto Opportunità e limiti: come si sta muovendo il settore della sharing economy?
Scritto da Stefania Pili

Condivisione: questa è la parola chiave per eccellenza per descrivere il fenomeno della sharing economy. In fondo, lo dice il nome stesso: economia della condivisione. Un modello economico in costante evoluzione che ha rivoluzionato lo scambio di beni e servizi tra le persone, delineando schemi sociali e di consumo davvero innovativi. Questo perché si basa sui reali bisogni dei consumatori, indirizzati proprio negli ultimi anni su nuovi stili di vita improntati su risparmiosocializzazione salvaguardia dell'ambiente. La condivisione diviene così una necessità da parte di tante realtà imprenditoriali nate negli ultimi anni, dove professionisti, persone semplici e consumatori, mettono a disposizione conoscenze specifiche grazie all'utilizzo della tecnologia relazionale.

 

Leggi anche: “Blue economy: un mare di opportunità e nuove prospettive occupazionali

 

Perché fare sharing economy?

Ovviamente, la sharing economy riesce a creare dei vantaggi economici sia per il singolo individuo che per la società, che impara a combattere lo spreco delle risorse ambientali. Grazie quindi alla rivoluzione digitale e molto più in generale alla diffusione di Internet, si sono potute diffondere nuove idee, prodotti e servizi a disposizione di tutti. Il guadagno è una motivazione, certo, ma non è la sola. Far parte di una rete social è oramai un bisogno vitale, e la sharing economy permette proprio di far parte di una community di cui ci si può fidare; il web non perdona, se costruisci qualcosa di buono, sarai ricompensato, viceversa, potresti essere bannato per sempre.

Tornando al concetto riguardante il riutilizzo delle risorse, la sharing economy si basa anche su ciò che non serve a una determinata persona, ma che può servire a un'altra. Una seconda vita per oggetti che non si utilizzano più, per case non abitate e via dicendo: una fonte di guadagno per chi cede il bene (o servizio) ma anche un'importante fonte di risparmio per chi ne usufruisce. In un periodo segnato da una forte crisi economica come quella che stiamo vivendo, potrebbe davvero ottimizzare i costi della vita, risparmiando e, allo stesso tempo, inquinando il meno possibile.

 

I casi più celebri di Sharing Economy

Al giorno d'oggi, i casi di sharing economy sono numerosissimi e di varia natura. I più giovani che amano viaggiare e spostarsi in città, sono ormai abituati a utilizzare servizi di home sharing come Airbnb (il proprietario mette a disposizione appartamenti o camere nella propria abitazione), di car sharing o bike sharing come BlaBlacCarUber, e Lyft, che si basano sulla condivisione dei mezzi di trasporto. Uber è stata davvero un'incredibile innovazione: tramite il sito web o l'app mobile, le persone possono dare passaggi con la propria auto ad altri cittadini, che possono tracciare in tempo reale la posizione del mezzo prenotato.

Per quanto riguarda il settore delle consegne a domicilio troviamo Deliveroo, portale online e app che si occupa di consegnare cibo dai principali fast food e ristoranti grazie ai fattorini dotati di bicicletta, i rider. Mobike è invece l'impresa di bike sharing più diffusa al mondo; attraverso l'app è possibile utilizzare una bicicletta condivisa, vedere una mappa di quelle disponibili nella zona di riferimento e sbloccare il mezzo tramite la lettura di un QR code situato sulla bici.

Tutti questi esempi di sharing economy si basano infatti su esperienze condivise, facilità nell'utilizzo e risparmio economico. 

Ogni giorno nascono nuove app e piattaforme di condivisione che soddisfano tante altre necessità. Alcuni esempi sono Sailsquare, ideale per condividere l'esperienza della barca a vela, Gardensharing per mettere a disposizione un giardino, Olio e Gnammo che si basano sull'organizzazione di cene condivise per non sprecare il cibo avanzato.


 

Per approfondire: “Le nuove professioni del turismo legate al digitale: quali sono e di cosa si occupano

 

Il Covid-19 sta mettendo in crisi anche la sharing economy?

Una buona fetta della sharing economy è in crisi a causa delle restrizioni e dei timori relativi al contagio da Coronavirus. I viaggi e gli spostamenti in generale si sono bloccati, e dal punto di visto psicologico, le persone sono più restie a utilizzare e condividere oggetti e spazi di altri. Un grande problema soprattutto per le aziende che valgono decine di miliardi e che devono pagare i propri dipendenti. Brian Chesky, cofondatore e amministratore delegato di Airbnb, ha rivelato: “Mi sono sentito come il capitano di una nave colpita di lato da un siluro”. Un brutto colpo per l'azienda di affitti brevi, che ha anche chiesto prestiti per due miliardi di dollari per far fronte all'emergenza cancellazioni. Ma dalle complicazioni, nascono anche nuove opportunità: Airbnb ha infatti puntato sull'offerta di esperienze online come corsi di cucina, di sport e ballo, e ora, con la graduale ripresa, ha annunciato un programma avanzato di pulizia che riguarda forniture, tecniche di sanificazione e istruzioni per pulire stanza per stanza per garantire la massima sicurezza ai suoi ospiti.

Uber ha già annunciato di aver tagliato quasi 4mila posti di lavoro a tempo pieno, circa il 14% della forza lavoro della società. Lyft, il maggior rivale di Uber, allo stesso modo, ha licenziato 982 persone, il 17% degli impiegati. “Non addolcisco la pillola. Il Covid-19 ha avuto un impatto drammatico sul nostro settore”, ha dichiarato Dara Khosrowshahi, direttore esecutivo di Uber.

Ma c'è anche un'altra parte della sharing economy che ha avuto effetti più che positivi dalla crisi: quello delle consegne di cibo a domicilio e delle due ruote. Eats, che si occupa di consegnare pasti a domicilio per conto di Uber, ha avuto una grande impennata di prenotazioni da parte di clienti costretti a casa per l'emergenza (+52%) rispetto allo scorso anno e un +7% rispetto al primo trimestre 2019, per un valore di quasi 4,7 miliardi di dollari. “Anche se le nostre attività sulle corse sono state colpite duramente, abbiamo preso azioni rapide per preservare la forza del nostro bilancio, concentrare ulteriori risorse su Uber Eats e prepararci per ogni possibile scenario”, ha dichiarato lo stesso Khosrowshahi.

Per quanto riguarda invece le due ruote, si può certamente affermare che si tratta di un settore della sharing economy che sta avendo un discreto successo. Grazie a uno studio di Deloitte, Form now on: Mobility Boost, si attende un grande sviluppo di alcune forme di sharing fino a oggi troppo limitate: monopattiniscooter e bike. In Cina, a tre mesi dal contagio, il bike sharing è aumentato addirittura del 150%.

 

La ripresa economica di quasi tutte le attività commerciali è ormai avviata, ma ci vorrà ancora un po' di tempo per capire meglio l'andamento della situazione, specialmente per le aziende della sharing economy. Si intravedono difficoltà, è vero, ma anche numerose opportunità di cambiamento e innovazione: basti pensare all'utilizzo delle bici e degli scooter rispetto ai mezzi pubblici, o all'affitto di case su Airbnb anziché pernottare un albergo frequentato da molte più persone.

Dalle difficoltà ci si deve rinnovare e adattarsi: non è certo facile, ma è quasi d'obbligo in una società che sta cambiando troppo in fretta e in maniera radicale.

 

Consulta anche: “Cambiare lavoro è davvero possibile? I consigli per cambiare rotta e rinnovarsi



LinkedIn
Whatsapp
LASCIA UN COMMENTO
Acconsento al trattamento dei miei dati personali in conformità alle vigenti norme sulla privacy. Dichiaro di aver letto e accettato l'informativa sulla privacy
INVIA COMMENTO