Registrati e mostra il tuo profilo alle aziende in cerca di nuovi collaboratori
REGISTRATI
Blog e News

Rapporto Bes e Istat: migliora il benessere generale ma aumenta il disagio giovanile

VENERDÌ 20 DICEMBRE 2019 | Lascia un commento
Foto Rapporto Bes e Istat: migliora il benessere generale ma aumenta il disagio giovanile
Scritto da Stefania Pili

Siamo ormai agli sgoccioli del 2019. Abbiamo spesso affrontato tematiche inerenti la situazione del lavoro giovanile in Italia, di come in molti decidano di lasciare il Paese per vagliare nuovi orizzonti, e di tanti altri che tentano il tutto per tutto per rimanere vicino ai propri affetti. I dati raccolti dall'Istat nel rapporto sul Bes, il Benessere equo e sostenibile, raccontano di miglioramenti, ma anche di peggioramenti. E i miglioramenti sono in netto svantaggio, purtroppo. Vi è un incremento del benessere, riguardo soprattutto redditto familiare, in misura minore invece titolo di studio, condizioni di salute, occupazione e condizioni abitative. L'esempio calzante è quello dei laureati: sono molto più soddisfatti (il triplo) rispetto a chi possiede un diploma. La stessa soddisfazione non tocca invece i giovani tra i 18 e i 34 anni, complice anche il confronto con il 2010: sono quasi due milioni quelli in condizioni di sofferenza, ai quali mancano due o più dimensioni del benessere.

 

Ti potrebbe interessare anche: “La felicità sul posto di lavoro: di cosa si tratta e quanto conta davvero

 

Nello specifico, l'Istat indaga cinque domini: SaluteLavoroIstruzione e FormazioneBenessere soggettivoCoesione sociale e Territorio. Al loro interno, si prendono poi in considerazione alcuni indicatori, ad esempio la preparazione culturale, le prospettive future, l'eccesso di alcol, la partecipazione civica e politica o la difficoltà nel raggiungere i servizi. Per ciascun indicatore, si fissano delle soglie oltre le quali un giovane si trova in condizione di deprivazione: ad esempio, partecipazione culturale a cinema, mostre, concerti, per la salute se si è obesi o si eccede nelle bevute, se si è soddisfatti dei luoghi in cui si vive, e via dicendo.

 

Leggi anche: “Un genitore su tre lascia il lavoro per i figli: una realtà italiana sempre più drammatica

 

Vediamo più nel dettaglio la situazione complessiva in Italia. Il benessere va a migliorare concretamente: oltre il 50% del totale dei circa 110 indicatori per cui è possibile il confronto, indica un miglioramento in tutta Italia, specialmente al Nord (59,3%). I valori più bassi si evidenziano invece al Centro (50,9%). Rispetto al 2010 si ha comunque più del 50% di variazione positiva, anche se, in questo confronto, una quota significativa di indicatori registra ancora un livello peggiore rispetto al 2010 (37,5%), soprattutto riguardo lavoro e conciliazione dei tempi di vita, relazioni sociali, patrimonio culturale e ambiente.

Dove si hanno i valori più positivi? Al Nord tutti i domini mostrano valori superiori al 50%, esclusi quelli riguardanti il lavoro (33,3%) e la salute (30,8%). Anche nel Mezzogiorno si evidenziano dei miglioramenti, ma permangono delle complicazioni, specialmente riguardo alla ripresa economica (50% e 33,3% degli indicatori dei domini benessere economico e lavoro e conciliazioni segnano variazioni negative).

 

La situazione dei giovani: meno della metà dei giovani tra i 18 e i 34 anni (47,8%), nel 2018, evidenzia l'assenza di deprivazione nelle cinque dimensioni del benessere analizzate. Rispetto al 2012, la loro condizione è comunque peggiorata, diminuita di quasi 4 punti percentuali la quota di quelli senza alcun tipo di disagio. Tuttavia, sono aumentati sia i giovani deprivati per una sola dimensione (+2,6% punti percentuali), sia i multi-deprivati (+1,3% punti percentuali). Il peggioramento più evidente rispetto al 2012 si manifesta riguardo la Coesione sociale, che include le relazioni sociali e la partecipazione politica (da 17,6% nel 2012 al 24,9%) e le caratteristiche del territorio in cui si vive (da 12,9% al 15,7%). D'altro canto, migliorano le condizioni per le dimensioni di Lavoro e Istruzione (da 22,2% nel 2012 al 19,6%), e di Benessere soggettivo (da 11,5% al 7,6%). Il disagio è generale in tutta Italia, sia al Nord che al Centro, dove la percentuale di disagio cala rispettivamente di 8,4 e 4,8 punti percentuali. Nel Mezzogiorno, la situazione è ancora stabile rispetto al 2012, purtroppo (-0,8 punti percentuali). 

 

Consulta anche: “L'impero dei millennials: chi sono e quali sono le le loro aziende ideali in Italia

 

La soddisfazione maggiore si ha grazie al reddito familiare, che incide su tutti i livelli di benessere. Come dicevamo all'inizio, risulta comunque meno soddisfacente rispetto al titolo di studio, le condizioni di salute e le condizioni abitative. La propensione a essere molto soddisfatti della vita è circa il triplo rispetto a coloro che posseggono al massimo la licenza secondaria inferiore, mentre, all'aumentare del reddito familiare, la propensione a essere molto soddisfatti cresce in misura minore. Altri fattori che riducono la soddisfazione sono la deprivazione sia materiale che abitativa, ad esempio, vivere in una casa non di proprietà.

A livello territoriale, vivere in aree con un maggior livello di occupazione significa avere un vantaggio per la soddisfazione della propria vita; anche vivere in aree metropolitane e in comuni di piccole dimensioni aiuta. Inoltre, si evidenzia un impatto positivo degli interventi economici locali per l'integrazione e il supporto delle fasce più deboli con maggiori livelli di soddisfazione associati a più alti livelli di spesa sociale del Comune. Incrementi di reddito portano a sentirsi molto soddisfatti nelle classi di redditto basse e in misura minore per quelle alte. Inoltre, il rapporto per reddito familiare disponibile equivalente e soddisfazione per la vita, è influenzato dalla regione di residenza dell'individuo e della famiglia.

A proposito di regioni: le province autonome di Bolzano e Trento hanno i livelli più alti di benessere, rispettivamente con il 53,2% e il 60% di indicatori. I livelli più bassi di benessere si manifestano invece in Calabria e in Sicilia, rispettivamente con il 56,3% e il 52,1% di indicatori. Vi sono poi regioni che migliorano a vista d'occhio, come LiguriaLombardiaMarche e Molise; la Puglia invece, mostra il peggioramento più evidente (-6,5 punti percentuali).

 

Ti potrebbe interessare anche: “Retribuzioni in Italia e in Europa: dove si guadagna di più



LinkedIn
Whatsapp
LASCIA UN COMMENTO
Acconsento al trattamento dei miei dati personali in conformità alle vigenti norme sulla privacy. Dichiaro di aver letto e accettato l'informativa sulla privacy
INVIA COMMENTO