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Sindrome da Burnout: di cosa si tratta e come prevenirla o arginarla

MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 | 2 commenti
Foto Sindrome da Burnout: di cosa si tratta e come prevenirla o arginarla
Scritto da App Lavoro

Sei in vacanza alle Maldive, ti godi il panorama e il tuo meritato relax, ma a un certo punto un brivido scorre lungo la schiena: sono gli ultimi giorni di ferie e tra qualche giorno dovrai tornare a lavoro!

In alcuni casi tornare al lavoro può essere anche una sfida elettrizzante, in altri un momento particolarmente stressante. Questo perché alla normale mole di lavoro dobbiamo spesso aggiungere gli arretrati oppure, come spesso accade, dobbiamo prenderci carico del lavoro non svolto da colleghi e collaboratori. L’importante è affrontare questa fase con impegno, tranquillità e dedizione, dosando le proprie energie in modo da limitare il rischio di superlavoro o di stress esagerato che posso a portare a quello che gli esperti chiamano “burnout”.

Cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando. Nei primi anni settanta le definizioni originarie e più restrittive della sindrome da burnout la vedevano legata in particolar modo ai professionisti occupati in professioni che riguardavanono le relazioni interpersonali, soprattutto nelle professioni di aiuto (medici, volontari, psicologi, missionari ecc). Solo successivamente, le caratteristiche di questa condizione sono state estese anche alle professioni che, per ripetitività o intensità, possono portare a violenti periodi di stress. Sintentizzando, il burnout è una patologia derivante da un elevato stress lavorativo, derivante dall’eccesso di impegni o scadenze, dalla mancanza di gestione o gratificazione o, peggio ancora, dal senso di ingiustizia o la scarsa remunerazione. Ma come capire quando si passa da una normale fase di stress a una vera e propria sindrome da burnout? Un modo per capirlo è la compresenza di diversi sintomi: ulcere, emicranie, inappetenza sessuale, disturbi cardiovascolari, stanchezza cronica, apatia, nervosismo, insonnia, aggressività, pessimismo ecc... . Il corpo e la mente cominciano a giocare brutti scherzi e quando succede è necessario (oltre alle dovute cure) prendere dei provvedimenti. 

Dunque ecco alcuni consigli da applicare alla vita lavorativa di tutti i giorni:

  1. Saper dire “No”

Capita talvolta di evitare di delegare per non caricare altri dei nostri compiti o per paura che il risultato non sia all’altezza, ma talvolta è necessario. Condividere le attività con lo staff e i colleghi aiuta a alleggerire il nostro carico di lavoro. Rifiutare mansioni o lavori che non ci competono, definire degli orari nei quali si è disponibili per il lavoro e degli orari in cui ci si dedica esclusivamente alla vita privata, imparare a dare la giusta priorità agli obiettivi, sono tutte accortezze che ci aiutano a scaricare il peso di una mole di lavoro che altrimenti sembrerebbe insopportabile.

2. Ritrovare la voglia e porsi un obiettivo

Quando il senso di inadeguatezza e sfinimento incombono tutto si traduce in un abbassamento degli standard qualitativi del proprio lavoro, portando a fenomeni come l’assenteismo o il lavativismo. Bisogna dunque ridare senso al proprio lavoro. E’ fondamentale affrontare il lavoro ponendosi sempre degli obiettivi. Migliorare sé stessi, collaborare di più coi colleghi, trovare metodi di lavoro più efficaci... c’è sempre qualcosa che può essere cambiato. Queste abitudini possono davvero aiutare a combattere il nostro più acerrimo nemico: la Routine.

3. Ritagliarsi del tempo per un hobby

Questa è una mossa fondamentale: ricavarsi degli spazi in cui praticare attività (sportive, artistiche, ricreative ecc.) che poco o nulla abbiano a che fare con il nostro lavoro aiuta a staccare la spina, concentrare la mente e il corpo su altro e a ricaricare le batterie. Il beneficio è enorme e assicurato!

4. Curare le proprie relazioni

Questo è un altro passaggio fondamentale. Curare la propria sfera personale al di fuori del luogo di lavoro. Famiglia, amici e altre relazioni sono necessarie per mantenere un equilibrio. E se a volte è bene sfogarsi con qualcuno su ciò che più ci stressa della nostra vita lavorativa, in generale sarebbe meglio frequentare persone con cui ci si può distrarre,divertire, parlare d’altro. Ogni tanto è meglio staccare completamente la spina!

5. Non lasciarsi andare alla negatività

Distacco emotivo, frustrazione, indifferenza o disgusto nei confronti del lavoro, spesso accompagnato da una facile propensione alla rabbia. Sono tutte reazioni al Burnout. Quando si entra nel loop della negatività è difficile uscirne. Eppure forse questo è il passo più importante per alleggerire il carico. Bisogna infatti sforzarsi di vedere i lati positivi, non soffermandosi su errori o difetti, ma esaltando i risultati positivi. Si può sempre fare di meglio, è certo, ma perché demoralizzarsi?! Evitiamo frasi come “non ci riesco”, “non ce la faccio”, “non sono in grado” e tutto ciò che può esprimere un vostro abbandono a priori. Essere propositivi non è sempre semplice, richiede impegno, ma porterà i suoi frutti.

Quella del burnout è una problematica seria e, in quanto tale, deve essere diagnosticata e seguita in sede medica da specialisti. Può essere utile, tuttavia, saperla riconoscere e capire quali sono i limiti oltre i quali sarebbe meglio non andare al fine di mantenere un buon equilibrio psicofisico.



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2 COMMENTI

Rita
20 Agosto 2019 @ 09:49
Buongiorno, mi trovo in questa situazione da parecchio tempo purtroppo nn ne esco. Mi piacerebbe trovare un ambiente collaborativo e non di approfittatori subito pronti ha mostrare il lavoro come se venisse fatto da loro.                                                                                                                                                                                                       
RISPONDI
App Lavoro
05 Ottobre 2019 @ 18:17
Buongiorno Rita, capiamo bene la sua situazione. Purtroppo è una cosa che succede spesso. Quello che possiamo consigliarle è di iscriversi al portale www.applavoro.it , completare il profilo, ed iniziare subito a chiedere recensioni a chi conosce il suo reale valore lavorativamente. Così potrà avere una certificazione al suo impegno ed al suo valore, che potrebbe sicuramente torna utile al fine di vedere riconosciuti i suoi reali meriti, o per ricevere nuove offerte di lavoro, magari più stimolanti ed in ambienti più indirizzati verso la meritocrazia. ;)
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