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Brexit: cosa cambierà e quali ripercussioni ci saranno per gli italiani che lavorano nel Regno Unito

MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2020 | Lascia un commento
Foto Brexit: cosa cambierà e quali ripercussioni ci saranno per gli italiani che lavorano nel Regno Unito
Scritto da Stefania Pili

Sono trascorsi oramai più di tre anni dal giorno in cui la Gran Bretagna ha deciso di votare per l'allontanamento definitivo dall'Unione Europea. Il popolo ha così decretato con una vittoria schiacciante dei “leave” contro i “remain” l'arrivo della tanto attesa Brexit, che è diventata ufficiale dalla mezzanotte del 31 gennaio 2020. Ma quali effetti si avranno sull'Italia e sui lavoratori italiani che vivono a Londra, per esempio? E quali altre conseguenze sulla finanza, sul commercio e sul turismo?

Dopo l'ufficialità del 31 gennaio, ora inizia un vero e proprio periodo di transizione che durerà fino al 31 dicembre 2020, mesi nei quali la Gran Bretagna e l'Unione Europea dovranno pensare a un accordo per istituire precise regole di comportamento tra Stati, ormai lontani. La situazione quindi per ora è parecchio incerta per quanto riguarda diritti e doveri dei cittadini britannici in UE, e dei cittadini europei in UK. Senza un qualunque tipo di accordo, infatti, si andrebbe incontro al cosiddetto “no deal”, letteralmente “nessun accordo”, una Brexit senza intese commerciali tra Regno Unito e Unione Europea. Il Governo italiano, così come gli altri della UE, hanno già annunciato provvedimenti per evitare che i contratti assicurativi, finanziari e giuridici possano esserne intaccati.

 

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Vediamo ora nello specifico le conseguenze della Brexit in linee generali per turisti, cittadini inglesi in Europa e cittadini europei in GB:

  • diritti acquisiti per i cittadini europei, quindi, per chi già vive e lavora nel Regno Unito non cambierà nulla, ma ci si dovrà comunque registrare al Ministero dell'Interno sulla base del “Settlement Scheme”;

  • i lavoratori non qualificati (baristi, camerieri, parrucchieri), dovranno già avere un contratto di lavoro prima di partire e potranno fermarsi solo per un breve periodo (forse al massimo 1 anno) senza maturare il diritto alla residenza;

  • i lavoratori qualificati (medici, docenti) potranno ottenere visti di lavoro più lunghi, forse 5 anni, prima di ottenere la residenza permanente;

  • i cittadini britannici che vivono in Europa potranno avere la circolazione continua per tutto il 2020, ma dal 2021 scatteranno nuove regole e diritti ridotti. Potranno per esempio restare nel Paese dove risiedono, ma con una libertà ridotta di spostamento negli altri Paesi europei;

  • i turisti che si recheranno in Gran Bretagna, dal 2021, dovranno munirsi di passaporto e visto elettronico;

  • l'Irlanda del Nord sarà soggetta al sistema doganale europeo e al mercato unico, la GB invece ne resterà fuori;

  • Ci sarà il pagamento UK all'UE di ben 40 miliardi di euro per gli impegni già presi in passato.

Quali saranno, invece, le conseguenze della Brexit per gli italiani che vivono in Gran Bretagna? Innanzitutto, nel periodo di transizione che durerà fino al 30 giugno 2021, gli italiani registrati come residenti avranno riconosciuti tutti i diritti a loro riservati. Dal 2021, invece, ci sarà una restrizione più rigida per l'immigrazione che implicherà il passaporto anche per gli europei, regole più dure per chi lavora, studia e per chi viaggia, come abbiamo visto in precedenza. Più precisamente, gli italiani che vivono in Gran Bretagna, devono:

  • registrarsi al Settlement Scheme – chi risiede da più di 5 anni in GB può ottenere la residenza permanente, per chi invece risiede da meno anni avrà un permesso temporaneo, e solo dopo i 5 anni potrà richiedere la residenza permanente. Questo diritto è riconosciuto anche a tutti gli europei che arrivano in GB entro la fine del 2020, e ci sarà tempo per registrarsi fino a giungo 2021;

  • iscriversi all'AIRE per dimostrare di essere residenti nello Stato, sia per gli italiani che vivono da tantissimi anni nel Regno unito, sia per quelli appena arrivati. I controlli sull'immigrazione saranno effettuati su tutti i cittadini non britannici.

 

Per chi invece vive nel Regno Unito ma perde il lavoro? Con la Brexit potrebbe esserci un periodo di soli 60 giorni per trovare un nuovo impiego, pena, probabilmente, la revoca del permesso di lavoro e l'obbligo di lasciare il Regno Unito.

La Brexit avrà ripercussioni sull'Italia? Secondo lo studio condotto da Standard & Poor's, l'Italia è tra i Paesi meno colpiti dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Secondo l'indice di vulnerabilità alla Brexit (Bsi), condotto da S&P, l'Italia risulta infatti diciannovesima su 20 Paesi; i quattro fattori determinanti sono l'export verso la Gran Bretagna, gli investimenti diretti, la finanza e la migrazione. Nelle prime posizioni vi è l'Irlanda, Malta (Paese del Commonwealth) e il Lussemburgo.

Intanto, si è già verificata una caduta della sterlina, causando la perdita del potere d'acquisto della moneta, e di crollo degli accordi comunitari, come l'assenza dei limiti di frequenza delle compagnie aeree o il prezzo o il numero di posti nello spazio aereo europeo. Non solo, ci saranno conseguenze negative anche per le tariffe dei telefoni cellulari che erano limitate dalla Comunità Europea. Per non parlare poi delle conseguenze economiche sugli accordi commerciali e doganali, che potrebbero far perdere all'Europa gran parte delle importazioni di frutta e verdura verso il Regno Unito, a favore dei quelle provenienti dagli Stati Uniti.

Per gli studenti, sarebbe previsto anche un aumento considerevole delle tasse universitarie fino a 20mila sterline anziché le 2-3mila sterline di oggi (tariffa europea per i cittadini europei). Altre conseguenze negative per il Regno Unito sarebbero l'interruzione delle vendite di acqua potabile proveniente dall'Europa (nel Regno Unito i catalizzatori per la depurazione dell'acqua provengono dal'Europa), e la probabile mancata esportazione dei rifiuti in Olanda e in Germania, in caso di mancato accordo.

 

Non ci resta che attendere le novità a riguardo. Vi terremo ovviamente aggiornati su tutte le prossime novità legate alla Brexit e alle sue conseguenze sull'Italia e sull'Europa.

 

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