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Fuga dei cervelli dall’Italia: un triste fenomeno da contrastare

SABATO 01 GIUGNO 2019 | Lascia un commento
Foto Fuga dei cervelli dall’Italia: un triste fenomeno da contrastare
Scritto da Stefania Pili

Uno dei temi più trattati e discussi nel nostro Paese è relativo alla cosiddetta fuga dei cervelli all’estero. Ogni anno, infatti, tantissimi giovani, perlopiù in possesso di una laurea, abbandonano l’Italia in cerca di un maggior successo da un punto di vista professionale. 

I dati che emergono negli ultimi anni confermano questo triste fenomeno che ancora oggi non sembra arrestarsi, anzi. Nel 2018, infatti, è stato presentato il quinto rapporto dell’ISTAT sul benessere equo e sostenibile. Il BES ha analizzato per la prima volta l’andamento della qualità della vita dei cittadini e dell’ambiente, includendo anche la capacità del Paese di trattenere i suoi giovani e talentuosi ragazzi. Questo è stato possibile grazie a uno studio sul tasso migratorio dei laureati e sul numero di residenti di età compresa fra i 25 e i 39 anni, fascia nella quale si evince il maggior numero di laureati. 

Ebbene, il risultato è piuttosto negativo e allo stesso tempo sconcertante. Nel 2016, effettivamente, si è registrata una perdita di circa 10mila giovani laureati, quasi il doppio rispetto al 2012. Una perdita che, di fatto, va certamente a stonare con l’investimento complessivo che le famiglie italiane compiono istruendo i propri ragazzi, circa il 4% del PIL. C’è da dire, infatti, che i tempi sono cambiati radicalmente dal punto di vista dell’apprendimento scolastico. Basti pensare che fino al 2002, il 51% degli emigrati con più di 25 anni aveva al massimo la licenza media mentre ora, quasi un terzo, è in possesso di una laurea. Una storia con un triste epilogo se si pensa al talento che ogni anno decide di abbandonare il nostro Paese: una testimonianza nuda e cruda del malfunzionamento dell’ingranaggio sociale, culturale e politico italiano che non riguarda solo il Sud Italia ma anche, al contrario di quanto in molti pensano, il Nord Italia.

Secondo il Rapporto italiano nel mondo della Fondazione Migrantes, inoltre, i giovani-adulti di età compresa tra i 35 e i 49 anni che nel 2018 hanno deciso di trasferirsi all’estero, sono stati in aumento del +2,8%. La prima regione di provenienza è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna, dal Veneto, dalla Sicilia e dalla Puglia. L’Europa è prima nelle preferenze, troviamo poi il Sud America con Brasile e Argentina. La destinazione europea preferita degli italiani partiti da gennaio a dicembre 2017? La Germania, seguita dal Regno Unito e dalla Francia. Il Regno Unito, per la precisione, registra un calo significativo rispetto agli anni precedenti con oltre 6mila arrivi in meno. In netta crescita troviamo invece il Portogallo, seguita da Brasile, Spagna e Irlanda. In generale, però, quasi 5 milioni di italiani trasferiti all’estero provengono dal Sud, per l’esattezza il 49,5% (Sud: 1.659.421; isole: 873.615). Dalle regioni settentrionali si parla invece del 34,9% (Nord-Ovest: 901.552 e Nord-Est: 881.940). Dal centro Italia il 15,6% (797.941).

Un quadro dell’Italia piuttosto negativo. I dati confermano la tendenza ad allontanarsi dalla propria regione alla ricerca di un lavoro più stabile e redditizio, o per trovare maggiore fortuna sentendosi giustamente riconosciuti del proprio valore. Di conseguenza, come riuscire a impedire tutto questo? Certo, non è semplice contrastare questa fuga dei cervelli con una bacchetta magica. Rimane comunque fondamentale riflettere e porsi degli obiettivi precisi, come la ricerca di un’occupazione, che nel 2019 possa portare un valore concreto ai giovani, non solo a livello economico ma anche personale. 

I tempi, lo abbiamo detto in precedenza, sono cambiati e il web con le sue infinite risorse può veramente aiutare a emergere. Competenze, qualità, preparazione ed esperienza devono essere premiate e messe in risalto, proprio come ha iniziato a fare Applavoro. Applavoro è il nuovo e innovativo portale che consente l’offerta di servizi gratuiti per l’occupazione non solo in Sardegna, regione dalla quale è partito il progetto, ma in tutto il resto d’Italia. Tutti coloro che sono alla ricerca attiva di un lavoro potranno quindi presentarsi con un innovativo Curriculum Vitae (anche in formato video) alle aziende che cercano personale, rigorosamente certificate grazie alle recensioni da parte di colleghi, datori di lavori e così via. Non solo, si potrà entrare a far parte della prima classifica nazionale dei migliori lavoratori d’Italia: un passo davvero importante nella trasparenza e nella meritocrazia, sia per l’impresa che per il professionista. 

Non bisogna mai abbandonare la speranza di rimanere nel proprio Paese. Il 2019 può quindi essere effettivamente un anno di svolta per la ricerca di un lavoro. Applavoro vuole contribuire attivamente a contrastare la fuga del talento. E tu? Sei pronto per questa sfida? Mettiti in gioco, mostra chi sei e quanto vali. Vai subito sul sito per registrarti e presentarti al mondo del lavoro in modo sicuro, trasparente innovativo e gratis ;)



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