Mentre altri settori produttivi arrancano, dall’industria vacanziera arrivano segnali confortanti. Così afferma in questa intervista la dottoressa Loretta Credaro, presidente di Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche). Buoni i dati sulle presenze nelle strutture ricettive durante il periodo pasquale. Positivo anche l’andamento delle prenotazioni per la stagione estiva. Nel decennio 2012-2023 le imprese turistiche sono aumentate dell’11,7% mentre nel resto dell’economia si è avuto un calo del 4,2%. Cultura e “wellness” fra le motivazioni principali di chi viaggia per diletto.
Secondo le rilevazioni dell’ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche), che lei dottoressa Credaro presiede, nel 2024 in Italia abbiamo avuto 880 milioni di presenze e l’occupazione delle strutture ricettive si è attestata al 68%, in forte crescita rispetto al 2023. Partendo da questi dati o da altri a cui vorrà rifarsi, le chiederei una valutazione sul peso che il turismo ha nel sistema produttivo italiano.
Direi che i dati parlano da soli. E voglio citargliene altri, più recenti, che riguardano l’anno in corso. Per la Pasqua da poco trascorsa si è registrato un autentico boom di prenotazioni. Dall’indagine che abbiamo svolto assieme all’”Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio”, risulta un massiccio afflusso di clienti nelle strutture ricettive con un fatturato stimato attorno ai 128 milioni di euro per 670mila camere vendute. Aggiungerei che secondo le elaborazioni che noi di Isnart abbiamo fatto basandoci su dati di InfoCamere, nel periodo 2012-2023 le imprese di tipo turistico sono aumentate dell’11.7% mentre nel resto dell’economia si è avuto un calo del 4,2%. Credo che fattori di questo genere siano indicativi del notevolissimo grado di “resilienza” dell’industria turistica nel nostro Paese.
Dati senz’altro positivi. E quali sono le prospettive per l’industria vacanziera secondo lei nel prosieguo dell’anno in corso?
Posso descriverle la situazione che siamo in grado di prevedere per l’estate in arrivo. Stando a quanto ci comunicano gli operatori, le prospettive sono positive almeno sino a tutto agosto. Per il mese di giugno risultano vendute 6 camere su 10, per luglio si sfiora il 65%, una percentuale che viene addirittura superata ad agosto. Preciso che sono cifre destinate a salire a mano a mano che ci si avvicina alla stagione delle grandi vacanze.
L’Italia è tradizionalmente una delle mete preferite da coloro che viaggiano all’estero per vacanza. Quanto incide sulla nostra industria turistica l’apporto dei visitatori stranieri?
Anche qui vorrei rifarmi alle cifre più recenti disponibili. I dati non sono ancora completi, ma fra marzo e maggio di quest’anno gli aeroporti italiani hanno registrato una crescita di arrivi dall’estero calcolabile in circa il 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Gli inglesi fanno la parte del leone con il 15% della clientela estera, ma un buon contributo danno anche tedeschi, francesi, nordamericani e spagnoli, con percentuali comprese fra il 10,3% ed il 7,7%.
Ci sono vari tipi di turismo, o per meglio dire turisti diversamente motivati. C’è chi viaggia alla ricerca di riposo e relax, chi vuole l’avventura, chi è interessato alle bellezze artistiche o architettoniche, e così via. Ci sono componenti motivazionali che prevalgono su altre?
Se prendiamo in esame il decennio 2012-2023 la Cultura sembra essere la molla principale che spinge l’utente al viaggio turistico. L’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio ha misurato per le finalità di tipo culturale un balzo dal settimo al primo posto. In crescita anche il turismo eno-gastronomico, passato dall’undicesima alla quinta posizione di questa particolare classifica. Ma metterei in luce piuttosto un altro aspetto, ed è il peso dei cosiddetti Eventi, grandi manifestazioni a carattere religioso o sportivo o altro ancora, nel calamitare l’afflusso di visitatori, in particolare nelle fasce sociali benestanti. Esemplari sono i casi del Giubileo romano quest’anno e delle Olimpiadi Invernali di Milano e Cortina nel 2026. Per quest’ultimo evento l’Osservatorio ipotizza oltre un mezzo milione di presenze, il ché corrisponderebbe ad un aumento del 34% rispetto allo stesso periodo del 2023. Secondo una ricerca svolta dall’istituto Ipsos sono in particolare le piccole e medie imprese a guardare con grande interesse ai Giochi di Milano Cortina. Il 64% delle ditte interpellate si attende un effetto molto positivo sul proprio business.
Sempre restando nell’ambito motivazionale, quali sono eventuali nuove tendenze che emergono dai vostri studi?
Questo è un tema interessante. Piuttosto chiaro è un trend di domanda turistica imperniata sul “wellness” (benessere). Si va in vacanza soprattutto per ritemprarsi sia sul piano fisico che su quello emotivo. Particolarmente coinvolti in questo tipo di rapporto con l’attività turistica sono i cosiddetti Millennials, persone di età compresa fra 30 e 45 anni. All’interno di questo tipo di approccio turistico un ruolo particolarmente forte sembra avere il cicloturismo. E’ questo un tema su noi come Isnart abbiamo puntato da qualche tempo i riflettori, pubblicando ogni anno dal 2021 in poi un rapporto ad esso dedicato. Coloro che sono interessati al cicloturismo mostrano in genere molta attenzione ai temi della salute e dell’ambiente. Per lo più appartengono a fasce di reddito medio-alte con buona disponibilità di spesa. Un aspetto interessante di questa tendenza è il contributo che essa dà indirettamente al prolungamento della stagione turistica ed allo sviluppo di nuova occupazione. Spesso infatti i ciclo-turisti evitano i periodi di massiccia affluenza vacanziera e vanno alla scoperta di aree geografiche trascurate dai flussi turistici tradizionali.
Una critica che viene spesso rivolta all’imprenditoria nazionale è la relativamente scarsa propensione all’ammodernamento tecnologico. Si può dire lo stesso per quanto riguarda l’attività turistica oppure in questo settore le cose vanno diversamente?
Posso dirle che come Isnart cogliamo una diffusa disponibilità verso un maggior utilizzo del digitale per ridurre i costi e creare valore nella filiera di servizio. Ben il 13,5% delle imprese (in prevalenza hotel a 4 e 5 stelle), ad esempio, segnala di usare già strumenti e soluzioni di intelligenza artificiale, soprattutto nei processi di gestione delle prenotazioni e nei servizi di assistenza alla clientela attraverso “chatbot”. Se poi allarghiamo lo sguardo ai prossimi tre anni, le imprese ci segnalano di mettere tra le proprie priorità di investimento il risparmio energetico e l’efficientamento logistico-gestionale.
Insomma, dalle sue parole sembrerebbe emergere un quadro dell’industria turistica italiana complessivamente positivo. Vogliamo mettere in luce anche qualche aspetto meno brillante?
Sicuramente la spirale inflazionistica ha messo sotto pressione le aziende della filiera, che appaiono più in difficoltà rispetto allo scorso anno nel raggiungere il break-even point. L’aumento dei costi di gestione – in primis quelli energetici, ma più recentemente anche quelli di approvvigionamento alimentare – ha inciso non poco sulla profittabilità delle strutture. Mediamente 6 operatori su 10 dichiarano di raggiungere il pareggio e solo 3 ditte su 10 registrano un utile (erano state 7 su 10 nel 2023).
Un fenomeno di cui si parla abbastanza spesso è quello dell’over-tourism, cioè l’eccessiva concentrazione di presenze turistiche in un certo luogo e in un certo periodo. Qualche amministrazione locale ha persino imposto dei ticket per limitare la quantità di accessi. La mia domanda è se voi come Isnart avete suggerimenti da dare per affrontare il problema.
Posso citarle l’iniziativa che abbiamo messo in atto con la nostra piattaforma “Stendhal”, e più specificamente con il tool “data for destination”. In essa analizziamo i giudizi e le percezioni dei turisti in vacanza nelle due più grandi città italiane, una delle quali, Roma, è alle prese con il Giubileo, mentre l’altra, Milano, si accinge ad affrontare la sfida delle Olimpiadi Invernali; entrambe con una capacità ricettiva non del tutto adeguata. Da queste due distinte “sentiment analysis” emergono indicazioni verso esigenze prioritarie legate ai temi dell’inquinamento, della sicurezza , del rapporto fra costo e qualità dei servizi.