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Cassa integrazione e TFR, come funziona?

LUNEDÌ 06 MARZO 2023 | Lascia un commento
Foto Cassa integrazione e TFR, come funziona?
Scritto da Tatiana Sannio
Cosa è la cassa integrazione? A cosa corrisponde esattamente l’acronimo TFR? Oggi ti spieghiamo il funzionamento di due degli strumenti maggiormente utilizzati nel contesto del lavoro dipendente per garantire un sostegno economico ai lavoratori.


La cassa integrazione

La cassa integrazione è un ammortizzatore sociale, vale a dire una misura di sostegno al reddito dei lavoratori che si mette in atto quando l'azienda per la quale lavorano attraversa una fase di difficoltà economica che la porta a sospendere temporaneamente l'attività lavorativa di alcuni dipendenti. Si tratta di un’indennità finanziata dall'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) volta a compensare la perdita del reddito e corrisponde a una percentuale della retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito se avesse continuato a lavorare

Cassa integrazione ordinaria e straordinaria 

A seconda delle circostanze e dei requisiti previsti dalla legge possono essere erogate due tipologie di cassa integrazione: la cassa integrazione ordinaria e la cassa integrazione straordinaria.

1. La cassa integrazione ordinaria si applica in situazioni di temporanea carenza di lavoro dovuta a ragioni congiunturali, come ad esempio la riduzione dell'attività produttiva, la stagionalità, la riorganizzazione aziendale, etc. In questo caso, l'azienda deve dimostrare di aver esaurito tutte le altre possibilità, quali la riduzione dell'orario di lavoro o il trasferimento del personale in altre sedi, prima di ricorrere alla cassa integrazione. L'indennità erogata dallo Stato per la cassa integrazione ordinaria copre una percentuale dell'ultimo reddito percepite dal lavoratore, fino ad un massimo di 24 mesi di durata.

2. La cassa integrazione straordinaria si applica invece in situazioni di crisi aziendale o di settore, quali ad esempio la chiusura dell'azienda, la riorganizzazione complessa, la ristrutturazione aziendale, etc. In questo caso, l'indennità erogata dallo Stato copre il 100% dell'ultimo reddito del lavoratore, fino ad un massimo di 24 mesi di durata. La cassa integrazione straordinaria richiede, a differenza di quella ordinaria, una procedura più complessa. Per poterla attivare è necessaria un'autorizzazione specifica da parte del Ministero del Lavoro. Inoltre, l'azienda deve dimostrare di avere seri problemi finanziari e di essere in difficoltà economica.
 

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Cosa è il TFR?

trattamento di fine rapporto (TFR) è una prestazione economica prevista per i lavoratori dipendenti che cessano il rapporto di lavoro con la propria azienda, a prescindere dalle cause della cessazione (licenziamento, dimissioni, pensionamento, morte, etc.). Il TFR rappresenta quindi un'indennità spettante al lavoratore al termine del rapporto di lavoro, a titolo di risarcimento per il periodo di lavoro prestato.

Come calcolare l’importo spettante di TFR?

Il TFR è regolamentato dalla legge 297/1982 ed è calcolato sulla base dell'anzianità di servizio del lavoratore presso l'azienda. L'importo del TFR corrisponde infatti ad una percentuale del salario mensile dell'ultimo anno di lavoro moltiplicato per il numero di anni di servizio prestato presso l'azienda. La percentuale di calcolo del TFR è pari al 6% per ogni anno di servizio fino ai primi 5 anni, e al 1,5% per ogni anno di servizio successivo al quinto. In pratica, per esempio, un lavoratore che ha prestato servizio presso la stessa azienda per 10 anni, avrà diritto ad un TFR pari al 6% per i primi 5 anni di servizio (30% in totale) e al 1,5% per i successivi 5 anni (7,5% in totale), per un totale del 37,5% dell'ultimo stipendio annuo. Il TFR può essere pagato direttamente dall'azienda al momento della cessazione del rapporto di lavoro, oppure può essere accantonato su un fondo gestito dall'INPS, che ne garantisce la tutela e la fruizione in caso di necessità del lavoratore. In questo caso, l'azienda versa i contributi relativi al TFR all'INPS, che gestisce il fondo a beneficio del lavoratore.

Il TFR rappresenta quindi una forma di tutela economica per il lavoratore dipendente, che viene garantita dalla legge in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Il suo calcolo e la sua gestione sono disciplinati dalla legge, e sono soggetti a specifiche norme che ne garantiscono la trasparenza e l'equità per il lavoratore.
 

Che correlazione c’è tra TFR e cassa integrazione?

Come si è detto, si tratta di due istituti distinti. Tuttavia, abbiamo deciso di trattarli congiuntamente poiché, in alcuni casil'azienda può utilizzare il TFR dei lavoratori sospesi per pagare parte dell'indennità della cassa integrazione. Questo è possibile solo se l'azienda ha ottenuto l'autorizzazione dall'INPS stessa e ha versato una somma pari al TFR utilizzato nel fondo di garanzia dell'INPS. L'utilizzo del TFR per pagare le spese della cassa integrazione autorizzata dall'INPS è un'opzione che l'azienda può scegliere, ma non è obbligatoria. Inoltre, essendo il TFR un diritto del lavoratore, l'azienda deve comunque garantire il pagamento del TFR al lavoratore accantonando la somma presso un fondo o una banca autorizzati, in modo che il lavoratore possa percepire il TFR alla cessazione del rapporto di lavoro.

Più chiaro adesso? Se questo articolo ti è stato utile e vorresti avere più informazioni su tematiche simili, faccelo sapere nei commenti! 

 



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