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Bonus smart-working per l'ufficio in casa esteso a 516 euro: come funziona e a chi spetta

GIOVEDÌ 10 GIUGNO 2021 | Lascia un commento
Foto Bonus smart-working per l'ufficio in casa esteso a 516 euro: come funziona e a chi spetta
Scritto da Stefania Pili

Tra gli emendamenti approvati al Parlamento riguardo il decreto Sostegni vi è anche la proroga per tutto il 2021 dell'aumento a 516,46 euro destinati ai cosiddetti “fringe benefits”, ovvero, gli strumenti di welfare aziendale che consentono ai datori di lavoro di cedere ai propri lavoratori in smart-working un importo da spendere in beni e servizi. In questo specifico caso si tratta di tutto ciò che occorre per allestire un ufficio all'interno della propria abitazione, quindi scrivanie, sedie e lampade per il lavoro da casa.

I vantaggi sono molteplici: dal raddoppiamento della cifra (da 258,23 a 516,46 euro), all'importanza di poter rivitalizzare l'economia dopo il blocco da lockdown, specialmente per quanto riguarda il settore dell'arredo da ufficio e del legno-arredo. Una filiera messa in crisi non soltanto dalla pandemia inaspettata, ma anche dal ricorso massiccio da parte delle aziende allo smart-working in tutto il mondo, causa della frenata degli investimenti nei classici uffici. Basti pensare che l’anno scorso il settore ufficio ha chiuso con un fatturato in calo del 20%, poco sopra il miliardo di euro, con un calo superiore sul mercato interno (-22,2%) rispetto a quelli esteri (-17,5%), che incidono per il 47% sui ricavi complessivi.

Ma non solo, anche la salute e la sicurezza avranno la meglio da questo bonus: si pensi alla comodità posturale delle sedute ergonomiche, delle scrivanie e dei prodotti di illuminazione specifici per lavorare nel modo più adeguato possibile anche da casa.

 

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Il raddoppiamento del Bonus

Dobbiamo innanzitutto chiarire che questa particolare misura esisteva già, ma in pochi la conoscevano, soprattutto le aziende più piccole. Ora però, rispetto al precedente contributo, sicuramente insufficiente per allestire una postazione di lavoro in casa consona ai criteri di ergonomia e salubrità, il bonus attuale consente di acquistare gli strumenti necessari a svolgere correttamente il lavoro da remoto.

Per questi motivi si deve assolutamente avviare una campagna di comunicazione e informazione per far conoscere a tutti l'importanza di questa possibilità, sia tra i datori di lavoro che tra i dipendenti. I vantaggi, oltre che per le aziende e i lavoratori, sono indiscutibili anche per lo Stato. Secondo un recente studio di Ambrosetti, gruppo professionale che ha fondato numerose attività in Italia, in Europa e nel mondo, si stima che, mantenendo la soglia di esenzione a 516 euro, si metterebbe in moto, potenzialmente, 1,6 miliardi di euro di consumi nel Paese, con un incremento complessivo di 794 milioni di euro (251,5 euro pro-capite). Se il plafond venisse innalzato a 1.000 euro, i consumi raggiungerebbero la cifra di 1,88 miliardi (337,2 euro pro-capite). Lo studio si riferisce a una spesa complessiva, non solo per quella eventualmente rivolta a postazioni per lo smart-working.

 

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Come funziona il Bonus e a chi spetta

Il bonus smart-working può essere richiesto dai lavoratori che lavorano a distanza e desiderano allestire un ufficio nella propria abitazione. La nuova cifra è di 516,46 euro, che sarebbe la quota di fringe benefit che il datore di lavoro può versare esentasse ai lavoratori. Si tratta di uno strumento di welfare aziendale, dell’esenzione fiscale per fruire di beni ceduti e servizi prestati dall’azienda ai dipendenti che non concorre alla formazione del reddito, che raddoppia con il decreto Sostegni convertito, anche per il 2021.

Quindi, a chi spetta il bonus 516 euro? A tutti quei lavoratori dipendenti la cui azienda riconosce i fringe benefit. Nel dettaglio, con il perdurare dello smart-working, il bonus 516 euro potrà essere utilizzato dai lavoratori per allestire il proprio ufficio a casa e acquistare tramite piattaforme apposite. I prodotti acquistabili sono i seguenti:

  • scrivanie;

  • illuminazione per il lavoro;

  • sedute ergonomiche.

Ricapitolando: per poter usufruire del benefit, si possono utilizzare due modi: il primo è acquistare direttamente gli oggetti da arredamento e consegnarli al domicilio deducendo le spese sostenute, la seconda, invece, prevede l'utilizzo di piattaforme di welfare ad hoc che distribuiscano voucher ai dipendenti. In quest'ultimo caso sarà poi il lavoratore che li spenderà autonomamente in dei negozi convenzionati.

In base ai dati, Assufficio ricorda che nel 2020 la norma è stata utilizzata per l'80% da imprese e dalle aziende che già ne erano a conoscenza, specialmente multinazionali e grandi aziende. La svolta in termini di utilizzo, tuttavia, avverrà quando si avvicineranno a questo mondo anche le piccole e medie imprese. Secondo il quarto Rapporto Censis Eudaimon, ci sono comunque dei segnali incoraggianti: nel 2020 la conoscenza del welfare aziendale tra i lavoratori è aumentata proprio in coincidenza con il raddoppio del limite dell'esenzione fiscale per i fringe benefit. L'87,2% delle aziende intervistate non nasconde di ritenere questa mossa molto utile ai fini della ripartenza post Covid.

C'è da sottolineare anche un altro aspetto riguardo i contributi di welfare. Lo scorso anno, infatti, gli acquisti sono stati indirizzati principalmente verso prodotti elettronici per la didattica a distanza e per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale. Manca quindi il tassello mancante riguardante prevalentemente l'aspetto della sicurezza, della comodità e della salute, soprattutto fisica per schiena, gambe e occhi. Speriamo quindi che il bonus possa essere conosciuto e usufruito anche dalle piccole e medie imprese che necessitano di incentivi concreti per lavorare e produrre nel miglior modo possibile.

 

Per approfondire: “8 strumenti utili per chi lavora in smart-working o da remoto



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