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Creare una Startup innovativa: di cosa si tratta e quali sono i requisiti necessari

VENERDÌ 19 LUGLIO 2019 | Lascia un commento
Foto Creare una Startup innovativa: di cosa si tratta e quali sono i requisiti necessari
Scritto da Stefania Pili

In un’epoca caratterizzata da forte incertezza economica e occupazione lavorativa instabile, si fa sempre più strada l’idea di provare a mettere in piedi una startup innovativa. Ma avere una visione brillante purtroppo non basta. Oltre a determinazione, tenacia e perché no, coraggio, servono anche altri elementi importanti per coronare il proprio sogno. Ma andiamo per gradi. Avete ben chiara la definizione di startup innovativa? Sapete cosa la rende tale per la legge italiana? Ve lo spieghiamo noi in questo articolo.

Il Decreto Legge del 18 ottobre 2012 definisce startup innovativa “la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano, ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione”.

Quali sono, quindi, i primi passi da compiere per poterla realizzare? Innanzitutto, iscriversi alla sezione speciale del Registro delle Imprese, confermando il proprio desiderio a voler costruire un progetto per l’innovazione e la tecnologia. Secondo il Decreto Crescita 2.0 modificato nel gennaio 2017 con un Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, per poter avviare la startup servono i seguenti requisiti:

  • Deve avere una sede principale in Italia;
  • Dal secondo anno di attività, il fatturato non deve superare i cinque milioni di euro;
  • L’obiettivo principale è la produzione, lo sviluppo e il commercio di servizi innovativi con uno sviluppo tecnologico preciso;
  • Non ha mai distribuito utili e non lo fa nemmeno attualmente;
  • Non è stata fatta un’azione di fusione o di scissione societaria in seguito a una cessione d’azienda.

 

E ancora:

  • Deve avere una quota pari al 15% del valore aggiunto tra fatturato e costi annui che sia ascrivibile ad attività di ricerca e sviluppo;
  • L’impresa è titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto registrato (privativa industriale) o titolare di programma per elaboratore originario registrato;
  • La forza lavoro complessiva è costituita per almeno un terzo da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, o per almeno due o tre soci o collaboratori a qualsiasi titolo in possesso di una laurea magistrale.

 

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Dopo questa panoramica generale, è giusto chiedervi se la strada che volete imboccare sia quella più adeguata. Talvolta, un confronto con un collega, un parere da parte di un familiare o di un amico può essere di grande aiuto, purché sia neutrale e oggettivo. Se vi sentite sicuri della vostra intuizione e volete iniziare il percorso, dovrete iniziare a pensare a un Business Plan. Di cosa si tratta? È un documento che descrive il vostro progetto imprenditoriale con annesse strategie riepilogate passo per passo in funzione degli obiettivi prefissati e del mercato di riferimento, con tutti gli aspetti economici e finanziari relativi. 

A questo punto vi chiederete… come si analizza il mercato? Business Plan e analisi di mercato meritano sicuramente un discorso a parte che andremo ad affrontare nelle prossime settimane; in generale, però, per identificare il vostro mercato di riferimento, non potrete esimervi dal ricercare i trend, gli scenari e, soprattutto, il target al quale è destinato il vostro prodotto/servizio. Come posso aiutarlo? In cosa consiste il beneficio se utilizzeranno il mio prodotto/servizio? Cercate di mettervi nei panni di un consumatore tipo e immedesimatevi nei suoi comportamenti abituali: questo vi aiuterà a comprendere maggiormente se vale la pena proporre quella determinata idea. 

Ricordate che il protagonista del progetto non siete voi, ma il target al quale vi state rivolgendo, tutto ruota attorno a questo. Potete aiutarvi con validi strumenti che al giorno d’oggi sono alla portata di tutti, ad esempio, statistiche ufficiali ISTAT, articoli scientifici, Camere di Commercio, enti pubblici, oppure, creare dei veri e propri questionari di gradimento e interviste.

 

Come avviare la richiesta di apertura della Startup? Bisogna stare sempre attenti all’uscita di bandi e concorsi per finanziare la vostra idea. Possono essere creati sia da enti pubblici che privati, come pubbliche amministrazioni o grandi aziende. I bandi differiscono in base al settore, età o dal tipo di finanziamento previsto; importante precisare che, oltre al finanziamento che sono in grado di offrire, sono fondamentali anche per il tipo di aiuto che possono conferire, ad esempio un accompagnamento nello sviluppo di un Business Plan. 

In ogni caso, come abbiamo accennato in precedenza, per poter avviare la vostra startup è necessario iscriversi al Registro delle Imprese, o in via telematica con apposita domanda (Comunicazione Unica) allegando una dichiarazione sottoscritta con firma digitale del legale rappresentante che attesti il possesso dei requisiti necessari come previsto dalla normativa vigente. Sarà poi competenza delle autorità valutare la richiesta. Nella domanda devono essere contenute le seguenti informazioni:

  • Descrizione dell’attività e delle spese nella ricerca e sviluppo;
  • Elenco delle società partecipate;
  • Titolo di studio ed esperienze professionali dei soci e del personale;
  • Esistenza di relazioni professionali, di collaborazione o di tipo commerciali con incubatori certificati, investitori istituzionali e professionali, università e centri di ricerca;
  • Elenco dei diritti di privativa su proprietà industriale e intellettuale.

Tutte queste informazioni verranno poi aggiornate obbligatoriamente ogni sei mesi  insieme alle autodichiarazioni relative alla presentazione dei bilanci.

 

Infine, oltre ai bandi e ai concorsi citati precedentemente, grazie alla Legge di Bilancio 2017 sono stati inseriti nuovi e importanti sgravi e semplificazioni fiscali:

 

  • Taglio dei costi per l’apertura dell’impresa (esenzione dall’imposta di bollo e i diritti di segreteria per l’iscrizione al Registro delle Imprese e il diritto annuale alle Camere di Commercio);
  • Permessi di soggiorno agevolati per chi ha intenzione di fondare la startup in Italia;
  • Detrazione Irpef del 30% per investimenti fino a un milione di euro per almeno tre anni;
  • Agevolazioni per l’acquisto di software e strumenti professionali;
  • Costituzione firma digitale senza oneri notarili;
  • Credito d’imposta R&S (Ricerca e Sviluppo) per importi fino a 300mila euro da dichiarare e da utilizzare in compensazione;
  • Crowdfunding per poter raccogliere fondi;
  • Internazionalizzazione con il sostegno dell’ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

 

Leggi anche: “gli under 30 più influenti d’Europa secondo Forbes: un vero e proprio orgoglio nazionale

 

Nei prossimi articoli, approfondiremo anche il tema dei finanziamenti per l’impresa. Se avete il desiderio di creare qualcosa di speciale e utile, non abbiate il timore di portare avanti la vostra visione d’impresa. Non si tratta di una strada facile, ma per chi ha coraggio e determinazione tutto può essere semplificato aggiungendo anche creatività, serietà e professionalità. 

Continuate a seguire il nostro Blog per altre curiosità riguardo le tematiche delle Startup innovative e altre news dal mondo del lavoro ;)



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