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Domande comportamentali nei colloqui di lavoro: come affrontarle al meglio

VENERDÌ 06 GIUGNO 2025 | Lascia un commento
Foto Domande comportamentali nei colloqui di lavoro: come affrontarle al meglio
Scritto da Stefania Pili
Durante un colloquio di lavoro può capitare, anzi è sempre più frequente, che ti venga posta una domanda apparentemente semplice, ma che nasconde molto di più: “Mi parli di una volta in cui ha dovuto gestire una situazione difficile”. In quel momento, il selezionatore vuole solo sapere cosa hai fatto, ma come lo hai fatto, cosa hai provato, quali strumenti hai utilizzato, e soprattutto come ti sei comportato.

 

Domande comportamentali nei colloqui di lavoro: come affrontarle al meglio. Le cosiddette domande comportamentali sono uno dei modi più efficaci che i recruiter utilizzano per prevedere come ti comporterai in futuro partendo da ciò che hai già vissuto. E sì, possono mettere sotto pressione. Ma con il giusto approccio puoi trasformarle in un’occasione per raccontarti con autenticità e lasciare un’impressione positiva e duratura.

 

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Cosa sono davvero le domande comportamentali?

Le domande comportamentali sono costruite per mettere alla prova le tue competenze trasversali: la capacità di collaborare, la gestione del conflitto, l’adattabilità, la comunicazione efficace, la capacità di prendere decisioni sotto stress.

Chi assume vuole sapere come ti relazioni al lavoro, come affronti le difficoltà quotidiane, come reagisci ai cambiamenti. E queste qualità non si leggono su un curriculum: si colgono dai tuoi racconti.

Il trucco per rispondere? C’è, ed è semplice: si chiama metodo STAR, e ti aiuta a strutturare le risposte in modo ordinato e coinvolgente:

  • Situazione: dove ti trovavi? In quale contesto?

  • Task: quale compito dovevi portare a termine?

  • Azione: cosa hai fatto, concretamente?

  • Risultato: che esito hai ottenuto?

 

Perché prepararsi è così importante

Capita spesso che, sotto stress, si tenda a raccontare cose troppo generiche o caotiche. Ma ricordati: i colloqui sono momenti in cui ogni parola pesa. Preparare qualche episodio prima ti permette di selezionare esperienze significative, evitare vuoti di memoria e soprattutto mostrare la tua capacità di riflettere sulle esperienze passate.

Non servono racconti eroici: anche una piccola difficoltà superata con intelligenza o una buona comunicazione con un collega possono essere esempi perfetti, se raccontati bene.

Ecco alcune tra le domande più frequenti (e come puoi affrontarle)

“Mi parli di una situazione in cui ha dovuto lavorare sotto pressione.”
Può essere un momento in cui hai dovuto rispettare una scadenza urgente, portare avanti più progetti insieme o gestire un imprevisto. L’importante è mostrare come hai reagito, se hai saputo rimanere lucido, come hai organizzato le tue priorità.

“Racconti un momento in cui ha risolto un conflitto con un collega.”
Qui non devi dimostrare di avere sempre ragione, ma di saper gestire le relazioni. Concentrati sull’ascolto, sulla capacità di mediare, sull’empatia.

“C’è stato un errore che ha commesso al lavoro? Come l’ha gestito?”
La domanda può mettere in difficoltà, ma è un’opportunità per mostrare responsabilità e maturità. Un errore riconosciuto e corretto vale molto più di una perfezione fasulla.

“Ha mai superato un obiettivo particolarmente difficile?”
Parla di come hai dato il massimo, coinvolto il team, trovato soluzioni fuori dagli schemi. Sottolinea la tua determinazione e flessibilità.

“Mi racconti una volta in cui ha preso un’iniziativa.”
Un buon esempio può mostrare che non ti limiti a eseguire ordini, ma che sai osservare, proporre e agire. Anche un piccolo miglioramento proposto può fare la differenza.

 

Un consiglio finale: sii autentico

Le domande comportamentali sono occasioni per raccontare chi sei davvero: ciò che conta è dimostrare di saper affrontare situazioni reali con intelligenza emotiva, senso pratico e spirito di collaborazione.

Non esistono risposte giuste in assoluto, ma esistono risposte che ti rappresentano. E se ti prepari bene, riuscirai a raccontarle con naturalezza, senza suonare forzato o impersonale.

Ricorda: più riesci a portare esempi concreti, più il recruiter riuscirà a immaginarti nel ruolo per cui ti stai candidando. Pensaci: in fondo, nessuno racconta la tua storia meglio di te.

 

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