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Nuovo Dcpm 22 marzo 2020: quali aziende rimangono aperte e quali temporaneamente chiuse

LUNEDÌ 23 MARZO 2020 | Lascia un commento
Foto Nuovo Dcpm 22 marzo 2020: quali aziende rimangono aperte e quali temporaneamente chiuse
Scritto da Stefania Pili

È appena stato firmato il nuovo decreto contro il Coronavirus: si tratta del Dpcm 22 marzo 2020 in Gazzetta Ufficiale, che contiene una stretta maggiore per contenere l'emergenza in tutto il territorio nazionale. Nello specifico, le misure ancora più stringenti riguardano la chiusura delle attività produttive non necessarie, per cercare di far fronte alla diffusione sempre più dilagante del virus. In generale, il decreto sancisce la sospensione di tutte le attività produttive industriali e commerciali, a eccezione di quelle indicate nell'allegato 1. Queste misure avranno effetto immediato da lunedì 23 marzo (ma con tempo fino a mercoledì 25 marzo), e fino al 3 aprile 2020. Importante comunque sottolineare, che tutte le attività non essenziali potranno continuare solo ed esclusivamente in modalità smart working.

 

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Nel dettaglio, l'elenco definitivo delle misure del Dpcm 22 marzo 2020 presente in Gazzetta Ufficiale:

  • sono comunque consentite le attività che erogano servizi di pubblica utilità, nonché servizi essenziali di cui alla legge 12 giugno 1990, n. 146. Resta tuttavia ferma la sospensione del servizio di apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice beni culturali, nonché dei servizi che riguardano l’istruzione, ove non erogati a distanza o in modalità da remoto nei limiti attualmente consentiti;

  • È sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza;

  • Sono consentite le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti. Il Prefetto può sospendere le predette attività qualora ritenga che non sussistano le condizioni di cui al periodo precedente. In ogni caso, non è soggetta a comunicazione l’attività dei predetti impianti finalizzata a garantire l’erogazione di un servizio pubblico essenziale;

  • Sono consentite le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto della provincia ove sono ubicate le attività produttive.

Nel decreto, si spiega che le imprese le cui attività sono sospese per effetto del presente decreto, completano le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza.

Quali attività non necessarie devono chiudere e quali possono rimanere aperte fino al 3 aprile secondo il Dpcm 20 marzo 2020:

  • chiuse tutte le fabbriche che non producono generi di prima necessità (alimenti, farmaci, bevande, cibo per animali, dispositivi medici e via dicendo);

  • aperte tutte le industrie del settore agroalimentare, riparazione e manutenzione, ma anche settore trasporti e della filiera dell'abbigliamento (solo di un certo tipo);

Le attività che continueranno a restare aperte sono:

  • tutti i supermercati e i negozi di generi di prima necessità, senza restrizioni di giorni e orari. Tuttavia, in alcune regioni come il Lazio, si è decisa una linea più dura per gli orari di apertura e chiusura. In ogni caso, non c'è ragione per cui fare corse e code per gli acquisti;

  • farmacie e parafarmacie;

  • servizi bancari, assicurativi, postali e finanziari;

  • servizi essenziali dei trasporti;

  • attività accessorie e funzionali a quelle essenziali;

  • attività produttive rilevanti per la produzione nazionale.

 

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Cosa succede ai lavoratori dipendenti? Se si lavora nel settore pubblico non cambia nulla, poiché la maggior parte di essi lavora con la modalità dello smart working, o lavoro agile. Poste, Inps e Agenzia delle Entrate garantiscono il servizio minimo essenziale agli sportelli, così come le anagrafi. Se si è dipendenti del settore privato, occorre visionare la lista delle aperture e i limiti imposti. Si parla di settori essenziali come sanità, logistica, manutenzione, pulizia, vigilanza, filiera agroalimentare, trasporti, rifiuti, edilizia legata alla costruzione di nuovi ospedali da campo, tessile collegato alla produzione di articolo sanitari come le mascherine. La lista ora si è estesa agi interi settori del meccanico, edile e tessile.

I call center, le tabaccherie, le edicole e le sedi sindacali funzionano regolarmente. Per quanto riguarda invece gli acquisti online, la spesa è garantita, anche se le richieste sono talmente numerose che in molti confermano la prima consegna utile ad aprile inoltrato. Inoltre, si possono acquistare medicinali dalle farmacie direttamente online. Amazon ha invece annunciato che consentirà solo gli ordini di beni essenziali.

Ch ha acquistato prima dell'entrata in vigore del decreto beni non essenziali (detergenti per esempio), il decreto – comma 4 dell'articolo 1, afferma che le imprese hanno tempo due giorni, dal 23 al 25 marzo, per adeguarsi alle nuove disposizioni. Si comprendono anche le spedizioni di merce in giacenza. Oltre quella data, le spedizioni dovranno fermarsi per poi riprendere dopo il 3 aprile, ultimo giorno delle misure straordinarie.

Staremo a vedere se tutte queste misure verrano prolungate o meno. Vi aggiorneremo presto su tutte le novità a riguardo.

 

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