Arrivano novità importanti per il bonus mamme lavoratrici, riservato alle donne con almeno due figli a carico. Infatti, il Governo ha deciso di modificare il funzionamento e nel nuovo decreto legge Economia è stato inserito un nuovo bonus da 480 euro per alcune categorie. Non cambia solo l’importo, a cambiare è anche la natura dello stesso, che non sarà più una decontribuzione, le tempistiche di erogazione alle lavoratrici e le modalità per effettuare la richiesta.
Cosa cambia per il bonus mamme lavoratrici 2025
Dunque, come detto il bonus mamme lavoratrici 2025 subisce alcune modifiche sostanziali. Durante la discussione del decreto legge Economia, il Governo ha deciso di inserire nel testo un aumento delle risorse per il bonus, rispetto a quanto previsto dalla manovra finanziaria.
Come sappiamo, bella legge di Bilancio erano stati stanziati 300 milioni di euro per la misura. Ora invece se ne aggiungono ulteriori 180 milioni, arrivando così a un totale complessivo di 480 milioni di euro.
Il Governo ha quindi voluto di fatto introdurre un nuovo bonus per le mamme lavoratrici, diverso rispetto al precedente. I fondi stanziati nella legge di bilancio avevano l’obiettivo di dare vita ad una decontribuzione che poteva arrivare fino a 3.000 euro l’anno. La richiesta doveva esser fatta al datore di lavoro ed era valida fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
La nuova misura invece si rivolge alle mamme lavoratrici che hanno un contratto a tempo determinato o autonome. A patto naturalmente di rispettare tutti gli altri requisiti per ottenere il bonus mamme. Per questi soggetti sono previsti, inoltre, 40 euro in più al mese.
Come richiedere il bonus mamme lavoratrici e quali sono i requisiti necessari
Il nuovo bonus mamme lavoratrici ha una natura estremamente diversa rispetto al precedente. Come detto, non si tratta più di una decontribuzione, ma di un vero e proprio aumento in busta paga.
Può essere richiesto solamente se non si superano, all’interno del proprio nucleo familiare, i 40.000 euro di ISEE e viene liquidato in maniera totale nella busta paga, o nella retribuzione, del mese di dicembre per un totale pari a 480 euro.
Dal momento che non parliamo più di una decontribuzione, la richiesta non deve più essere presentata al datore di lavoro. Infatti, la domanda va presentata all’INPS.
Restano esclusi dal bonus, come previsto in precedenza, chi ha un contratto di lavoro domestico. Le lavoratrici che hanno un contratto a tempo indeterminato continueranno ad avere a loro disposizione la decontribuzione fino a 3.000 euro annui.
Cosa cambia tra bonus e decontribuzione
Il bonus, in origine, aumentava l’importo della busta paga ma era un’esenzione dal pagamento dei contributi pensionistici.
Tradotto: la lavoratrici che lo riceve va incontro di fatto ad uno scambio nel quale riceve un importo maggiore sul suo stipendio nei primi anni di vita dei propri figli, a fronte di una riduzione della pensione in futuro. Purtroppo bisogna sottolineare comunque che le lavoratrici precarie e autonome sono già particolarmente penalizzate dal sistema contributivo.
Il precedente bonus avrebbe compromesso ancora di più la loro futura pensione. Ecco perché quindi il Governo ha voluto introdurre un supporto differente, senza portare alla riduzione dei contributi versati.