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Generazione Z e lavoro: priorità ai valori dell’azienda

MARTEDÌ 05 AGOSTO 2025 | Lascia un commento
Foto Generazione Z e lavoro: priorità ai valori dell’azienda
Scritto da Marco Fior

Il mondo del lavoro sta cambiando in maniera radicale e vede la ridefinizione delle aspettative e delle priorità. La Generazione Z non si accontenta del contratto. I giovani sono alla ricerca di un impiego che vada oltre il mero aspetto economico, puntando ad un’esperienza professionale che sia in linea con i propri ideali. Si tratta di un nuovo approccio che mette in primo piano il benessere individuale e l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Oltre la metà di loro è disposta a guadagnare meno pur di lavorare in un’azienda nella quale riconosce i valori.

 

 

Lo stipendio non è più la priorità

La trasformazione radicale che sta affrontando il mondo del lavoro, porta numerose novità. Di fatto, la scelta dell’impiego non avviene più considerando solamente lo stipendio.

Possiamo dire che la Generazione Z sta di fatto cambiando le regole del gioco, dato che per i giovani dai 18 ai 26 anni, quello che conta davvero è trovare un’azienda che rispetti i loro valori. In questo caso sono disposti a guadagnare meno.

Non si tratta solo di un colpo di testa o di una moda passeggera, questa è un’autentica rivoluzione silenziosa che sta cambiando in maniera radicale il mondo del lavoro.

I dati dicono che entro il 2030 la Generazione Z rappresenterà il 30% della forza lavoro globale e, dunque, le loro richieste non possono certo essere ignorate.

Nella loro testa c’è la volontà di avere un lavoro flessibile, di dare priorità all’equilibrio tra vita privata e professionale e, soprattutto, di lavorare in aziende che mettono al primo posto il benessere delle persone.

Cosa dicono i numeri

Un report di Checkr ha evidenziato dei dati che devono far riflettere tutte le aziende. Il 52% dei lavoratori della Generazione Z e il 46% del Millenials, pare siano disposti a rinunciare a una parte del proprio stipendio pur di lavorare in un’azienda con valori in comune con loro.

In sostanza, il lavoro non viene scelto solo in base alla retribuzione, ma soprattutto in funzione del significato del lavoro stesso.

Questo dimostra in maniera palese che avere un lavoro che riflette i propri valori non è semplicemente una cosa in più, ma un’esigenza primaria.

 

Il lavoro deve avere uno scopo

A confermare tutti questi dati, citiamo anche un recente sondaggio secondo cui la Generazione Z vuole avere la certezza assoluta che il proprio lavoro abbia uno scopo, oltre al fatto di sentirsi parte integrante di un’azienda fin dal primo giorno.

Dunque, chiarezza e trasparenza sono punti cardine per i giovani e questo emerge chiaramente dall’ottavo Rapporto Eudaimon Censis secondo cui il 42,5% dei lavoratori vorrebbe poter contare su un consulente esperto a cui chiedere consigli e indicazioni in materia di welfare.

Una figura professionale in grado di rappresentare un’opportunità per rinforzare il rapporto di fiducia tra lavoratori e datori di lavori, contribuendo così a creare un ambiente professionale e sereno.

Conclusione

Dunque, il mondo del lavoro è al centro di un cambiamento epocale. La Generazione Z, in questo senso, è cruciale per portare avanti una nuova cultura lavorativa basata non più solo sull’aspetto economico.

I giovani chiedono a gran voce molto altro e non possono essere ignorati dato che, come abbiamo detto in precedenza, da qui al 2030 il 52% della forza lavoro globale sarà composta da lavoratori e lavoratrici della Generazione Z.



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