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7 indizi per capire come è andato il colloquio di lavoro

VENERDÌ 18 LUGLIO 2025 | Lascia un commento
Foto 7 indizi per capire come è andato il colloquio di lavoro
Scritto da Stefania Pili
Hai appena chiuso la porta della sala del colloquio e il pensiero corre veloce: “È andata bene? Ho detto le cose giuste? Mi richiameranno?” Il silenzio che segue può essere insopportabile, soprattutto dopo ore a ripassare risposte e preparare domande perfette.

 

7 indizi per capire come è andato il colloquio di lavoro. Se ti ritrovi immerso nei dubbi, sappi che è una situazione comune: l’incertezza è quasi parte integrante del processo di selezione. Tuttavia, alcuni segnali, a volte evidenti, altre più sottili, possono aiutarti a decifrare l’andamento dell’incontro e a gestire meglio l’attesa.

 

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1. La durata del colloquio: quando i minuti contano davvero

Un colloquio che si limita all’essenziale può lasciare la sensazione del “già finito?”. Di solito, quando il tempo scorre lungo e il selezionatore prende la briga di approfondire tematiche che riguardano sia la tua esperienza che il futuro in azienda, significa interesse reale. Magari, ti vengono fatte domande mirate sui tuoi progetti passati oppure hai l’occasione di parlare di aspetti meno standard del tuo percorso. Questo extra time indica che vogliono conoscerti e valutare ogni dettaglio della tua candidatura.

 

2. Il linguaggio del corpo del recruiter: i segnali non detti

Non servono grandi doti da detective per leggere la comunicazione non verbale. Se il recruiter mostra un atteggiamento aperto, sorride, mantiene il contatto visivo, annuisce spesso, scrive appunti mentre parli, è un segnale di partecipazione e interesse autentico per quello che dici. Al contrario, posture chiuse, occhi che scappano o punti di nervosismo possono tradire poca attenzione. La comunicazione visiva, secondo molti esperti, rivela più di mille parole.

 

3. Domande specifiche sulle tue competenze: punti chiave sotto la lente

Quando il selezionatore si concentra su aspetti tecnici o comportamentali specifici del tuo curriculum, magari chiedendo esempi concreti di situazioni affrontate o come affronteresti un determinato problema, è un indizio che la tua candidatura sia seriamente valutata. A volte viene chiesto come risolveresti una sfida tipica dell’azienda o in che modo potresti contribuire ai prossimi progetti. Se la conversazione si fa dettagliata e ragionata, significa che sei tra le opzioni più interessanti in campo.

 

4. Presentazione del team o dei progetti futuri: come “vedersi dentro”

Un altro ottimo segnale arriva quando il recruiter chiama in gioco altri colleghi e ti presenta, anche solo informalmente, membri della squadra. Oppure, ti racconta con entusiasmo i progetti su cui potresti collaborare, entrando nei dettagli di obiettivi e aspettative. In questi casi è molto più di una semplice chiacchierata informativa: ti stanno invitando, almeno virtualmente, a immaginarti già tra di loro. È una delle strategie più utilizzate per valutare l’interazione e il potenziale inserimento nel team.

5. Le domande chiave e i segnali verbali: dettagli che fanno la differenza

Le parole usate dal recruiter possono raccontare molto di più del tono generale della conversazione. Domande come “Hai già altre offerte attive?”, “Quando potresti cominciare?”, oppure proiezioni al futuro (“Immagina di lavorare con noi… come ti troveresti?”), suggeriscono una valutazione già orientata verso il sì. Sono segnali sottili ma inequivocabili di apertura e curiosità verso la tua persona e la tua disponibilità.

 

6. Chiarezza sulle prossime fasi: la roadmap della selezione

Non c’è ansia peggiore dell’incertezza totale dopo un colloquio. Ecco perché quando il selezionatore si prende la briga di spiegarti nel dettaglio quali saranno i prossimi step, quali tempistiche aspettarti e con chi avranno luogo eventuali ulteriori incontri, puoi leggere tra le righe una certa volontà di proseguire davvero il processo insieme. Se invece ricevi solo risposte vaghe o frasi di circostanza, conviene abbassare le aspettative.

 

7. Saluto finale e contatto successivo: il follow up che conta

Il modo in cui termina un colloquio può essere rivelatore tanto quanto il suo svolgimento. Un ringraziamento sincero e personalizzato, magari accompagnato dalla richiesta di invio di documentazione aggiuntiva o da una mail di follow-up, indica volontà di tenere il contatto aperto. Alcune aziende inviano anche questionari o chiedono un feedback sull’esperienza: sono segnali di professionalità, ma spesso anche di selezione in corso tra pochi candidati rimasti in gioco.

 

Consigli per gestire l’attesa dopo il colloquio

Anche con i segnali più evidenti, la certezza assoluta resta una conquista solo a giochi fatti. Per ridurre l’ansia e affrontare al meglio questo tempo sospeso:

  • Prendi nota dei dettagli del colloquio appena terminato: ti aiuterà a valutare a mente fredda.

  • Non perdere la fiducia se non tutti i segnali sono stati positivi: ogni selezione è diversa.

  • Approfitta dell’attesa per continuare a candidarti altrove e mantenere alto il morale.

 

Ogni colloquio è una lezione e, anche nei casi in cui la risposta fosse negativa, resta sempre una tappa preziosa nella costruzione della propria carriera.

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Per approfondire: “Domande comportamentali nei colloqui di lavoro: come affrontarle al meglio



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