Bonus Donne 2025: un’opportunità per lavoratrici e aziende. La novità ha un doppio impatto: da un lato, offre alle imprese un concreto risparmio economico; dall’altro, apre nuove porte per molte donne in cerca di un’occasione stabile. Ma come funziona davvero e a chi si rivolge?
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La misura è dedicata a donne che si trovano in condizioni occupazionali particolarmente fragili. Parliamo di chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno due anni, oppure di chi, pur essendo disoccupata da soli sei mesi, risiede in una delle regioni italiane riconosciute come Zone Economiche Speciali (come Calabria, Campania, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia). Un altro gruppo incluso nel bonus è rappresentato da coloro che lavorano in settori o professioni dove il divario di genere è ancora molto marcato.
Il punto di forza di questa agevolazione sta nel fatto che non è legata all’età: qualunque donna in queste condizioni può beneficiare del provvedimento, se assunta a tempo indeterminato.
La durata dell’incentivo varia: in genere si estende per due anni, ma può ridursi a dodici mesi in presenza di determinate condizioni, come nel caso di assunzioni in settori a elevata disparità di genere. L’importo copre il 100% dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro, con un tetto massimo di 650 euro al mese. Non sono inclusi, però, premi o contributi INAIL.
Questo incentivo si applica a tutte le aziende private, comprese quelle agricole, con l’eccezione di alcune categorie escluse per regolamento, come i rapporti di lavoro domestico e le imprese in stato di difficoltà economica.
C’è un aspetto importante da tenere presente: per poter accedere al bonus, l’azienda non deve aver effettuato licenziamenti nella stessa sede nei sei mesi precedenti l’assunzione. Questo per evitare che il bonus venga utilizzato in modo strumentale, magari dopo aver ridotto il personale.
Inoltre, l’assunzione deve avvenire in modo trasparente: l’impresa è tenuta a inviare una richiesta formale all’INPS, specificando i dati aziendali, le caratteristiche del contratto e della lavoratrice, la sede di lavoro e altri elementi tecnici. Solo dopo l’ok dell’istituto, il contratto può essere attivato. Il tutto deve avvenire entro dieci giorni dalla risposta positiva, pena la decadenza dell’incentivo.
Il Bonus Donne può essere combinato con alcuni altri strumenti previsti dalla normativa, come la maggiorazione del costo del lavoro deducibile fiscalmente e l’esonero dell’1% per le aziende con certificazione di parità di genere. Tuttavia, non si può sommare ad altri incentivi simili, come l’esonero previsto dalla Legge 92/2012 o i contributi per l’assunzione di lavoratori disabili. Questo per evitare una sovrapposizione di benefici sullo stesso contratto.
Al di là degli aspetti tecnici, il Bonus Donne ha un significato simbolico forte. In un mercato del lavoro dove le donne spesso faticano più degli uomini a trovare un’occupazione stabile, iniziative come questa rappresentano un passo concreto verso un’economia più equa. Offrono non solo un’occasione di impiego, ma anche una prospettiva di crescita, autonomia e stabilità.
Per le aziende, invece, può diventare uno strumento utile per attrarre nuovi talenti, ridurre il costo del lavoro e allo stesso tempo promuovere la responsabilità sociale d’impresa. In un momento in cui la reputazione aziendale è sempre più legata ai valori che si incarnano, puntare sull’inclusione è anche una scelta strategica.
Se stai cercando un’opportunità o se sei un’azienda che vuole fare la differenza, questa è l’occasione giusta per agire.
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Fonte: Sky tg24