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Chi fornisce i Dispositivi di Protezione Individuale al lavoratore?

VENERDÌ 16 DICEMBRE 2022 | Lascia un commento
Foto Chi fornisce i Dispositivi di Protezione Individuale al lavoratore?
Scritto da Stefania Pili
I Dispositivi di Protezione Individuale sono fondamentali per prevenire e limitare gli incidenti che possono purtroppo accadere sul posto di lavoro. Strumenti in grado di proteggere i lavoratori proprio da rischi collegati alle mansioni che svolgono.

 

Chi fornisce i Dispositivi di Protezione Individuale al lavoratore? La corretta dotazione e l'opportuno utilizzo dei DPI (acronimo appunto di Dispositivi di Protezione Individuale) permette di scongiurare o minimizzare i danni alla salute o alla sicurezza di alcune categorie di lavoratori sul posto di lavoro. In base alla tipologia dell’attività svolta, infatti, i DPI possono anche essere obbligatori, di solito in casi di attività in cui i fattori di rischio non possono essere evitati e ridotti grazie a misure di protezione o a mezzi di Protezione Collettiva. Andiamo a scoprire tutti i dettagli nel resto dell'articolo.

 

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Cosa sono i Dispositivi di Protezione Individuale

Partiamo innanzitutto dalla definizione dei DPI, che ci viene fornita direttamente dal Testo Unico sulla sicurezza sul luogo di lavoro:

“Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.” (D. Lgs. n. 81/2008, art. 74, comma 1).

I DPI sono quindi tutte quelle attrezzature e strumentazioni che proteggono e riducono i rischi per la salute e sicurezza del lavoratore. Nello specifico devono rispettare alcune caratteristiche indispensabili, ovvero:

  • devono essere adatti a proteggere dal pericolo per cui sono stati previsti e non costituire un rischio;

  • devono essere adeguati alle condizioni dell’ambiente lavorativo in cui vengono utilizzati;

  • devono tenere conto delle esigenze di ergonomia e di salute del lavoratore;

  • devono essere compatibili tra loro per essere utilizzati anche in contemporanea;

  • devono essere facili da indossare e da togliere in caso di emergenza.

 

Come abbiamo avuto modo di notare, nella definizione di DPI si parla di rischi suscettibili. Facciamo chiarezza a riguardo: con rischi suscettibili si intendono tutti quei rischi che non si possono eliminare del tutto e che richiedono un ulteriore intervento per proteggere i lavoratori dai pericoli. Ad esempio, in cantiere non è possibile evitare del tutto il pericolo di caduta dei detriti, ragion per cui gli operai devono essere sempre dotati di elmetto.

Quali sono i Dispositivi di Protezione Individuale

I DPI devono essere forniti in base alle effettive mansioni assegnate conformi alle disposizioni individuate dal titolo III del D.Lgs 81 08. La scelta delle attrezzature di Protezione Individuale spetta al datore di lavoro e agli altri membri della riunione periodica di sicurezza. Essi devono essere certificati, efficienti e funzionanti, devono essere indicati per contenere dei rischi specifici e non devono comportare di per sé un rischio maggiore. Parliamo ad esempio di occhiali protettivi necessari sia quando si lavora in ambito sanitario nei lavori di ricerca, sia quando si maneggiano materiali caldi. Inoltre i DPI devono essere idonei alle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore e poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità.

Una prima generica classificazione dei Dispositivi di Protezione Individuale viene effettuata in base alla parte del corpo che devono proteggere, ovvero:

  • DPI per la protezione della testa (elmetto);

  • DPI per la protezione dell’udito (tappi per orecchie e cuffie);

  • DPI per la protezione degli occhi e del viso (occhiali e visiere);

  • DPI per la protezione delle vie respiratorie (mascherine);

  • DPI per la protezione di mani e braccia (guanti e manicotti);

  • DPI per la protezione di corpo (tute, abbigliamento da lavoro, grembiuli per saldatori).

 

E poi troviamo la classificazione dei DPI in base al rischio. Secondo il Regolamento EU 2016/425 sono divisi secondo tre categorie che si basano sul grado crescente di rischio dai quali devono proteggere. Nello specifico si parla di:

  • DPI di I categoria: dispositivi adatti a proteggere in attività che comportano un rischio minimo e che procurano danni di lieve entità e con conseguenze reversibili, ad esempio effetti delle vibrazioni, agenti atmosferici, raggi solari, urti leggeri e via dicendo;

  • DPI di II categoria: dispositivi che non rientrano né in categoria I né in categoria III e che sono comunque legati ad attività con rischio significativo di media entità. Per questi dispositivi è necessario che vengano certificati da un organismo di controllo autorizzato;

  • DPI di III categoria: dispositivi che proteggono il lavoratore dall’eventualità di danni gravi e con conseguenze permanenti per la sua salute, così come dal rischio di morte.

 

Tutti questi DPI devono avere la marcatura CE contente i quattro numeri identificativi dell’organismo notificato che ha prodotto il certificato UE del tipo, la dichiarazione di conformità redatta dal fabbricante contenente le norme armonizzate secondo cui è stato prodotto il DPI.

 

Chi fornisce i Dispositivi di Protezione Individuale?

La dotazione dei lavoratori dei DPI appropriati ai rischi individuati è un obbligo del datore di lavoro rimarcato dal D. Lgs. n.81/2008, art. 18, comma 1, lettera d). Il datore di lavoro deve quindi: fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale”. L’uso dei DPI è previsto dalle norme per la sicurezza del lavoratore e devono quindi essere impiegati quando non vi sono sufficienti misure tecniche di prevenzione e i rischi non possono essere evitati in base a una serie di criteri, valutati nel corso della stesura del documento di valutazione dei rischi indicati all’art. 79.

Ecco quindi quali sono gli obblighi del datore di lavoro nei confronti dei DPI:

  • deve scegliere il tipo di Dispositivo di Protezione Individuale in base alle informazioni raccolte in fase di valutazione, ma anche in base ai rischi e alle indicazioni fornite dal produttore dei dispositivi;

  • deve assicurarsi che ai lavoratori siano fornite tutte le informazioni sul corretto utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale, su come maneggiarli, indossarli e prendersene cura;

  • deve garantire che i DPI proteggano i dipendenti dai rischi legati alle loro mansioni.

  • deve individuare un preposto che si occupi di sovrintendere e vigilare sull'osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di Legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti.

 

Anche i lavoratori hanno obblighi precisi in materia di DPI. Ai sensi dell’articolo 78 del Testo Unico, infatti, devono:

  • utilizzare correttamente i DPI messi a loro disposizione;

  • partecipare ai programmi di formazione e addestramento forniti dal datore di lavoro;

  • provvedere alla cura dei DPI messi a loro disposizione, senza apportarvi modifiche di propria iniziativa;

  • segnalare al datore di lavoro qualsiasi difetto o inconveniente riscontrato;

  • riconsegnare i Dispositivi secondo le apposite procedure aziendali.

Sanzioni per mancata adozione delle misure di contenimento dei rischi

Sempre secondo il Testo Unico, in caso di infortunio, il primo responsabile è il datore di lavoro. Il datore o il dirigente che non rispetta gli obblighi di fornire i necessari e idonei DPI insieme alle adeguate informazioni e formazione, rischiano l’arresto da 3 a 6 mesi o un'ammenda da 2.192,00 a 5.480,00 euro. Anche il preposto, se non si accerta delle condizioni esistenti sul luogo di lavoro e sul corretto utilizzo dei DPI, e non esercita la dovuta vigilanza sui dipendenti, è punito con l’arresto da uno a tre mesi o con l’ammenda da 548,00 a 2.192,00 euro.

La normativa, tuttavia, in casi in cui i lavoratori non seguano le procedure aziendali e utilizzino i DPI scorrettamente, prevede che anche loro siano puniti con l’arresto fino a 1 mese o con un’ammenda da 219,20 a 657,60 euro. Ad esempio, quando utilizzano in modo inappropriato i DPI, non segnalano le loro deficienze o non rispettano le istruzioni apprese durante la formazione.

 

Possiamo concludere affermando che il datore ha sicuramente molti obblighi e deve prestare attenzione a molti dettagli, ma deve anche fare in modo che gli impiegati ricevano la corretta formazione circa il loro utilizzo. Ma anche quest'ultimi devono avere la massima consapevolezza e capire che rispettare le regole è il modo più efficace per garantire un luogo di lavoro sicuro e sereno sia per la propria vita che per quella degli altri, sotto ogni punto di vista.

 

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