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Congedi vs permessi: le differenze chiave e la normativa di riferimento

LUNEDÌ 31 LUGLIO 2023 | Lascia un commento
Scritto da Tatiana Sannio
Concedersi una pausa dal lavoro è essenziale per il benessere e l'equilibrio tra vita professionale e personale. Ma quando si tratta di prendere del tempo fuori dall'ufficio, spesso ci troviamo di fronte a due opzioni principali: i congedi e i permessi. Benché entrambi comportino un'assenza temporanea, esistono differenze chiave tra di essi che possono influenzare quando e come dovremmo utilizzarli. In questo articolo, analizzeremo in dettaglio le distinzioni tra i congedi e i permessi, scoprendo le varie tipologie di ciascuno e fornendo utili linee guida su quando e come è appropriato richiederli. Pronto a scoprire come ottenere il massimo beneficio da queste opzioni di pausa lavorativa? Continua a leggere!

 

Tipologie di congedi e come richiederli

I congedi rappresentano periodi di assenza dal lavoro durante i quali i dipendenti possono prendersi una pausa dalle loro responsabilità lavorative. Sono un'importante forma di beneficio offerto dalle aziende per permettere ai lavoratori di rigenerarsi fisicamente e mentalmente.

Esistono diverse tipologie di congedi, tra cui i più comuni sono i congedi retribuiti.

Questi includono le ferie pagate e i giorni di malattia retribuiti, che consentono ai dipendenti di allontanarsi dal lavoro mantenendo il diritto alla retribuzione. Le ferie pagate, generalmente pianificate in anticipo, permettono ai dipendenti di organizzare le proprie vacanze o dedicarsi a interessi personali. I giorni di malattia retribuiti, invece, sono destinati a situazioni in cui il dipendente è ammalato ed impossibilitato aprestare servizio lavorativo.

Oltre ai congedi retribuiti, possono essere disponibili congedi non retribuiti. Questi permettono ai dipendenti di prendersi una pausa dal lavoro anche quando le opzioni di congedo pagato sono esaurite, senza ricevere la retribuzione durante l'assenza.

Per richiedere un congedo, il dipendente di solito deve seguire le procedure stabilite dall'azienda. Ciò potrebbe includere la presentazione di una richiesta formale con un preavviso adeguato, soprattutto nel caso delle ferie pianificate. In alcune situazioni, come per il congedo per malattia, il datore di lavoro può richiedere un certificato medico che attesti l'incapacità di lavorare.

Pianificare attentamente i congedi è fondamentale per garantire una gestione efficace delle risorse umane all'interno dell'azienda. Comunicare con il datore di lavoro in anticipo e seguire le procedure aziendali a riguardo contribuisce a mantenere un ambiente lavorativo sereno e a garantire che i dipendenti possano godersi appieno i loro periodi di riposo, ritornando al lavoro rinnovati e motivati.

In Italia, i congedi dei dipendenti sono garantiti dalla normativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che stabilisce i diritti e i doveri dei lavoratori e dei datori di lavoro. La principale normativa che disciplina i congedi è il Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento del Lavoro (T.U.L.O.), noto anche come Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300).

Il T.U.L.O. regola diverse tipologie di congedi, tra cui:

  1. Congedi Retribuiti: L'art. 2109 del T.U.L.O. stabilisce il diritto alle ferie pagate, che devono essere concesse annualmente al dipendente. La durata delle ferie può variare in base all'anzianità di servizio del lavoratore e ad accordi contrattuali specifici.
  2. Congedi per Malattia: L'art. 2110 del T.U.L.O. prevede il diritto del lavoratore a congedi retribuiti per motivi di malattia o infortunio. La durata e il numero di giorni di congedo per malattia possono variare a seconda del contratto collettivo o delle disposizioni aziendali.
  3. Congedo Parentale: L'art. 32 della Legge n. 53/2000 regola il congedo parentale, che permette ai genitori di astenersi dal lavoro per prendersi cura dei figli fino a un determinato limite di età. In alcuni casi, è possibile usufruire di congedi parentali anche per altri familiari a carico.
  4. Congedi per Matrimonio o Nascita di Figli: Alcuni contratti collettivi prevedono congedi retribuiti in occasione di matrimoni o nascite di figli.
  5. Congedi per Motivi Familiari o Personali: In base all'art. 2112 del T.U.L.O., sono previsti congedi retribuiti per motivi familiari o personali, come il congedo per assistenza a familiari con gravi patologie o il congedo per partecipare a eventi importanti della famiglia.

Sebbene i congedi siano garantiti dalla normativa sopracitata e dai contratti collettivi, ricorda che, come dipendente, è essenziale che tu conosca i tuoi diritti in ambito lavorativo. Questa consapevolezza ti permette di richiedere adeguatamente le pause lavorative a cui hai diritto, pianificare le ferie o i congedi parentali con anticipo e comunicare in modo chiaro con il datore di lavoro. Essere informato sulla normativa dei congedi ti protegge da eventuali abusi e contribuisce a creare un ambiente di lavoro equilibrato e rispettoso. 

permessi lavorativi: tipologie, garanzie e differenze rispetto ai congedi

Dopo aver spiegato cosa si intende per congedi, passiamo ora ai permessi: in cosa consistono? In quali In quali circostanze si possono richiedere? Chi li garantisce? Qual è la differenza principale tra permessi e congedi? 

I permessi sono una forma di pausa lavorativa e rappresentano periodi di assenza dal lavoro che di solito durano uno o pochi giorni e possono essere richiesti per varie circostanze.

motivi per richiedere un permesso possono essere molteplici e possono riguardare situazioni personali o urgenze improvvise

Ecco alcune delle tipologie di permessi più comuni:

  • Permesso per Malattia: Consente ai dipendenti di assentarsi dal lavoro quando sono ammalati o infortunati, ricevendo un'adeguata retribuzione durante l'assenza.
  • Permesso per Motivi Familiari: Permette ai dipendenti di dedicarsi a situazioni familiari importanti come matrimoni, nascite o l'assistenza a familiari malati.
  • Permesso per Donazione di Sangue o Organi: Concede ai dipendenti il tempo necessario per donare sangue o organi, contribuendo a sostenere cause benefiche.
  • Permesso per Diritto allo Studio: Permette ai dipendenti di assentarsi per sostenere esami o seguire corsi di formazione.
  • Permesso per Motivi Religiosi: Consente ai dipendenti di prendersi una pausa dal lavoro per celebrare festività religiose o partecipare a cerimonie specifiche.

Rispetto ai congedi, i permessi di solito richiedono un preavviso meno prolungato e possono essere concessi con maggiore flessibilità.
Come abbiamo visto, i congedi sono spesso pianificati in anticipo e richiedono l'approvazione del datore di lavoro. I permessi, invece, possono essere concessi anche per situazioni improvvise che richiedono l'assenza immediata del dipendente.

La normativa dei permessi può variare in base alla legislazione del paese e al contratto di lavoro. In alcuni casi, l'azienda può stabilire regole specifiche riguardanti i permessi, mentre in altri casi, possono essere previsti permessi retribuiti o non retribuiti dalle leggi del lavoro.

Nel nostro Paese, i permessi sul posto di lavoro, come anche i congedi, sono garantiti principalmente dallalegislazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ed in particolare dal Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento del Lavoro (T.U.L.O.), noto anche come Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300). Oltre alla normativa generale, esistono anche accordi contrattuali specifici, noti come contratti collettivi, che possono garantire ulteriori tipi di permessi e regolamentare in modo più dettagliato la concessione e l'utilizzo di questi periodi di assenza dal lavoro.

Più chiara la differenza tra congedi e permessi? Conoscere le diverse tipologie di permessi e sapere quando e come richiederli, ti permette bilanciare al meglio le loro esigenze personali con le responsabilità lavorative, ti apre le porte ad una gamma più ampia di opzioni per prenderti cura di te stesso e della tua famiglia, garantendo allo stesso tempo una produttività e soddisfazione durature sul posto di lavoro.

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