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Crisi del lusso e delle auto e crescita del cibo e dell'e-commerce: cosa ci racconta finora il Coronavirus

VENERDÌ 11 DICEMBRE 2020 | Lascia un commento
Foto Crisi del lusso e delle auto e crescita del cibo e dell'e-commerce: cosa ci racconta finora il Coronavirus
Scritto da Stefania Pili

Il 2020 sta per giungere al termine: per fortuna, direbbero in tanti. Il Coronavirus ci ha travolto da ogni punto di vista, rendendoci fragili sia da un punto di vista professionale che personale. Dopo la seconda ondata di questi ultimi mesi, ci siamo ritrovati nuovamente in pericolo e con le tasche sempre più vuote e gli affari in bilico. Dalle vendite al dettaglio di beni non alimentari al mercato del lusso, fino alle automobili. Se non altro, arrivano buone notizie dal segmento alimentare, dal settore della distribuzione e dalle vendite online degli e-commerce.

Il Natale ormai si avvicina e tra nuovi Dpcm, nuove regole e divieti, Confesercenti lancia l'allarme contro la “concorrenza sleale” dei venditori online, proprio mentre la seconda ondata del virus mette alle strette oltre 190mila imprese del commercio. Confesercenti dichiara infatti che, se la situazione non dovesse migliorare a causa dell'aumento della curva dei contagi, il web potrebbe sottrarre oltre 4 miliardi di euro di vendite ai negozi fisici.

Neanche il Black Friday e il Cyber Monday non hanno potuto aiutare i negozi fisici, impossibilitati alla vendita a causa proprio di chiusure totali o anticipate. Il tutto, ovviamente, a favore dell'online, che potrebbe aver sottratto ai canali di vendita fisici fino a ulteriori 2,5 miliardi di euro di spesa dei consumatori per i regali e l'acquisto di beni e servizi per la casa e la famiglia. Ecco perché servono nuove regole per riequilibrare la concorrenza.

 

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Il commercio online vola, il lusso crolla

La Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi (come ristorazione e intrattenimento), ha stimato che, per il settore dei pubblici servizi, il quarto trimestre dell’anno si chiuderà con una perdita di fatturato di 10 miliardi di euro, pari al 40%. La previsione per la fine dell’anno è di una flessione di 33 miliardi di euro su 96 complessivi con 60mila imprese del settore a rischio chiusura e oltre 300mila posti di lavoro in bilico.

L'Istat spiega che, nei primi nove mesi dell'anno, l'unico settore a resistere è stato quello alimentare, con vendite che si attestano al +3%, e un crollo delle vendite di beni non alimentari, che registrano un calo complessivo del 13,5%. Tra le forme distributive, solo il commercio elettronico ha risultati positivi con una crescita continua che ha condotto a un aumento del 29,2% nell'arco dei nove mesi.

Male anche il mercato dei beni di lusso. Secondo il Worldwide Market Monitor 2020 di Altagamma-Bain & Company, è previsto un -23% per i beni di lusso personali con una flessione a 217 miliardi di euro, che potrebbe scendere fino a -25% nella peggiore delle ipotesi.

Non se la passa bene nemmeno il mercato dell'auto: dopo la prima crescita dell'anno a settembre (+1,1%), a ottobre le vendite di auto nuove hanno registrato un calo del 7,1% a ottobre 2019, ma con un calo molto più pesante nei primi dieci mesi dell'anno (-27,3%). Inoltre, il Centro Studi Promotor, prevede un rischio di peggioramento, oltre che per la fine dell'anno anche per il 2021.

 

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Minor fatturato e meno occupati nel commercio

Con la crescita del commercio elettronico, nel secondo trimestre dell'anno gli occupati nel commercio sono diminuiti del 5,8%, con una flessione di circa 191mila unità rispetto al 2019, un calo quasi doppio rispetto a quello osservato per il complesso dell'occupazione.

A tal proposito, i lavoratori indipendenti del commercio sono crollati del 9,3% e gli autonomi senza dipendenti del 12,7%. Gli occupati ultracinquantenni, che rappresentano circa un terzo della manodopera del settore, sono calati dell'1,6%, a fronte di una diminuzione dell'8,7% per i 35-49enni (che rappresentano il 40,3% dell'occupazione) e del 6,4% per occupati più giovani (con meno di 35 anni e che pesano per il 26,8%).

La stima per il 2021 è di una crescita a doppia cifra in tutti i comparti mediamente del 14%, con il rialzo maggiore per la pelletteria (+16%), per cui si prevede un sostanziale ritorno ai livelli 2019, seguita da cosmetica (+15%), abbigliamento e calzature (+14%), gioielli e orologi (+12%). Questi ultimi due comparti sono i più colpiti quest'anno (-30%) a fronte di un calo più contenuto per gli accessori (scarpe -12% e le borse -18%) e la gioielleria (-15%).

 

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