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Mangiare alla scrivania? Fa male alla salute e fa ingrassare

VENERDÌ 25 FEBBRAIO 2022 | Lascia un commento
Scritto da Stefania Pili
Sempre più lavoratori trascorrono la propria pausa pranzo davanti all proprio computer. Ma si tratta di un gesto salutare? Quali sono le sue conseguenze sulla salute psicofisica?


Mangiare alla scrivania fa male alla salute: questo è quanto è stato evidenziato da una serie di ricerche. Pranzando davanti al pc si possono ingerire maggiori calorie, ma anche ridurre il piacere di staccare per qjualche minuto dalla routine lavorativa.

Gli esperti, infatti, consigliano di spostarsi dalla propria postazione anche solo per una breve pausa di 15 minuti. Il vostro corpo e la vostra salute psichica ve ne saranno grati!

Scopriamo quindi perché mangiare alla scrivania fa male e tutte le sue conseguenze negative.

 

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Rischio sovrappeso e minore produttività

Un po' come accade per chi resta incollato alla tv sul divano, anche chi preferisce non spostarsi dalla propria scrivania per magiare un boccone rischia di andare incontro a effetti perlopiù negativi. Se il vostro intento è infatti quello di guadagnare del tempo per portarvi avanti col lavoro, allora state optando proprio per la scelta meno produttiva e salutare.

In primis, rischiate di ingerire più calorie del dovuto ma non solo, potreste essere anche meno produttivi e concentrati. Per non parlare poi degli effetti nefasti sul corpo: è stato infatti dimostrato che rimanere seduti tutto il giorno, senza mai fare una pausa vera e propria, fa male alla salute fisica e mentale andando a eliminare anche quel piccolo movimento lontano dalla scrivania. Ciò che accade è che l'attenzione non è rivolta al cibo, portando il lavoratore a masticare meno e ingerire il cibo più velocemente. Per questo occorre staccare per almeno 15 minuti per essere più sani, in forma, creativi e produttivi.

Pensate che, secondo uno studio americano, i cibi più scelti da chi pranza alla scrivania contengono notevoli quantità di sodio e cereali raffinati a discapito di cereali integrali e frutta, aumentando così il rischio di obesità e di colesterolo. Inoltre, in base a un'indagine condotta dall’Università di Bristol e pubblicata sulla rivista American Society for Nutrition, sono state evidenziate le differenze tra una pausa pranzo lontana dalla scrivania e una sul posto di lavoro su due gruppi di persone a cui è stato chiesto di pranzare nelle due diverse modalità. Ebbene, chi pranzava davanti al computer si sentiva meno sazio dei colleghi, motivo per il quale era solito fare uno spuntino presto sempre alla scrivania e senza neanche badare più di tanto a cosa mangiasse, con un rallentamento anche del processo di metabolizzazione del cibo e quindi una tendenza anche a ingrassare.

Più rischio di sindrome metabolica

E cosa accade a chi mangia molto velocemente? Una ricerca condotta dalla Hiroshima University ha voluto analizzare proprio questa cattiva abitudine alimentare su uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 55 anni che non presentavano alcun sintomo di sindrome metabolica, formati da tre gruppi a seconda della velocità del pasto.

Trascorsi 5 anni, si è scoperto che l’11,6% del gruppo di chi mangiava velocemente, aveva sviluppato nel corso degli anni la sindrome metabolica, rispetto al 6,5% tra quelli che mangiavano a una velocità normale e al 2,3% dei più lenti.

Ricordiamo che la sindrome metabolica, chiamata anche sindrome da insulino resistenza, è una combinazione di fattori a rischio cardiovascolare che, legati tra loro e con valori del sangue anche solo leggermente fuori dalla norma, possono dare origine anche a infarti e ictus.

Per questo motivo non c'è da scherzare, soprattutto quando i risultati dello stesso studio rivelano che chi mangia più rapidamente tende a ingrassare con valori di glicemia a digiuno più alti e un girovita più largo, pericolosi fattori di rischio per diabete e malattie cardiovascolari.

 

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Più stress e cattivo umore

Sposarsi dalla postazione di lavoro per pranzare aiuta anche a migliorare l'umore e lo stato d'animo generale. Questo perché mangiare il pranzo davanti al pc sarebbe molto meno gratificante rispetto a consumarlo con più serenità fuori dall'ufficio.

Una ricerca condotta in Nuova Zelanda su giovani adulti, sia donne che uomini il cui peso rientrava nella norma (normopeso), ha confrontato diversi fattori in relazione alle modalità di consumo del pasto. Si tratta di una condizione di tranquillità (lontano dalla scrivania) e di una condizione di consumo del pasto accompagnato dalla contemporanea fase di lavoro in un tempo stabilito. In entrambi i casi è stato chiesto di mangiare una pizza da consumare per intero o parzialmente in una condizione di riposo, o mentre erano impegnati a trascrivere, entro 20 minuti, una serie di colonne di numeri.

Ebbene, pensate che nel gruppo pranzo-lavoro, si osserva una riduzione della sazietà post-prandiale accompagnata da un aumento dello stress, anche con lo stesso apporto calorico. Ma il dato più significativo è quello relativo allo stress: in assenza di lavoro, i livelli pre-prandiali di stress si riducevano di quasi due terzi durante il pasto, mentre erano quasi raddoppiati dopo lo stesso pasto durante il lavoro.

Inoltre, da considerare anche altri importanti dati: il senso di fame, significativamente maggiore rispetto a quello rilevato lontano dal pc, e la percezione della piacevolezza del cibo, significativamente ridotta dallo svolgimento delle mansioni lavorative.


Infine, tra gli effetti negativi relati alla pausa pranzo trascorsa davanti allo schermo secondo Evelina Flachi, docente di Nutrizione per il Benessere dell’Università degli Studi di Milano, rientrano anche tensione nervosa, pancia gonfia, mal di testa, calo della vista, dolori articolari e muscolari legati alla postura.

Per questi e per tutti gli altri motivi visti nei paragrafi precedenti, è necessario muoversi dalla scrivania almeno per la pausa pranzo, per permettere all'organismo di mantenersi più sano, ma anche per consentire di essere più creativi e concentrati con meno fatica e stress.

 

Per approfondire: “Stanchezza da lavoro: 5 consigli per combattere lo stress psicofisico



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