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Startup, luci nel buio della crisi

MERCOLEDÌ 27 MAGGIO 2020 | Lascia un commento
Foto Startup, luci nel buio della crisi
Scritto da Gabriel Bertinetto

Il virus non ferma le Startup

Dallo scoramento di aprile all’entusiasmo di maggio. “Le associazioni Startup sono in festa per le misure approvate, è passato ciò che chiedevamo”. Così si esprime sul “Decreto Rilancio” appena varato dal governo, Giancarlo Carnovale, presidente di “Roma Startup” che rappresenta gran parte delle neo-imprese innovative della capitale. 

Solo un mese fa in quel mondo si respirava un’aria assai diversa. “Le Startup sono state completamente dimenticate nei provvedimenti d’emergenza messi in atto dall’esecutivo” diceva Alessio Beverina, co-fondatore della milanese “Panakés Partners”, che finanzia produzioni ad alto contenuto tecnologico nel settore sanitario. “VC Hub Italia”, che riunisce i gestori di fondi per il finanziamento di Startup innovative, aveva perfino scritto una lettera aperta al governo, firmata da 75 fra le più importanti Startup italiane, nella quale si chiedevano interventi urgenti in soccorso ad un settore che rischiava di essere travolto dalla crisi innescata dalla pandemia. 

Né il decreto “Cura Italia” né il decreto “Liquidità” infatti contenevano misure specifiche per le Startup. Con il “Decreto Rilancio” in vigore dal 19 maggio, si schiudono invece prospettive allettanti. Grazie ai 100 milioni per il programma “Smart&Start”, ma anche ai 200 riservati al “Fondo di Sostegno al Venture Capital”. Per non parlare delle detrazioni fiscali pari al 50% del capitale sociale di una startup innovativa, o del mezzo miliardo di euro destinati al Fondo Centrale di Garanzia” che Enea gestirà per favorire la collaborazione pubblico-privato nel supporto alla crescita delle Startup ad alto potenziale innovativo.

Particolarmente interessante, per la relativa agilità di utilizzo, sembra essere lo strumento denominato “Smart&Start”, che opera all’interno di “Invitalia”. Resa nota al grande pubblico durante il lockdown grazie alle frequenti apparizioni televisive dell’amministratore delegato Domenico Arcuri, nelle vesti di Commissario Straordinario per l’emergenza Coronavirus,”Invitalia” è l’Agenzia del Ministero dell’Economia che gestisce gli incentivi per la crescita di nuove imprese, con finanziamenti a fondo perduto o prestiti agevolati

 

Leggi anche: "Creare una startup unnovativa: quali sono i possibili finanziamenti?"

 

Attiva dal 2015, Smart&Start ha finanziato sinora 1024 imprese, vale dire quasi un decimo delle oltre 11mila startup italiane, erogando prestiti a interesse zero per 346 milioni di euro. Con i 100 milioni previsti dal Decreto Rilancio, questo ramo specializzato di Invitalia si accinge dunque a concedere nei restanti sette mesi del 2020 quasi un terzo di quanto precedentemente distribuito in cinque anni. 

La tremenda botta inflitta dalla diffusione del Covid19 all’economia mondiale (oltre che alla salute delle persone) si fa sentire in ogni ambito produttivo. Alcune Startup tuttavia sono state rapidissime nel fiutare aliti di vento favorevole in mezzo all’infuriare della tempesta. Senza indugiare hanno riconvertito immediatamente l’attività verso aree merceologiche nelle quali la domanda di beni aveva subìto un’improvvisa impennata proprio a causa della pandemia. 

La “Woodini” dei fratelli Di Costanzo ad esempio gestisce a Marano di Napoli una falegnameria digitale creata nel 2018 con i crediti agevolati ricevuti da Smart&Start. Nel mese di marzo le stampanti laser erano pronte a funzionare a pieno regime per soddisfare richieste relative a ben 500 eventi, quando tutto si è di colpo bloccato. Ma i macchinari sono stati provvisoriamente ri-orientati alla produzione di mascherine brandizzate per le aziende, scudi facciali, e separé per ristoranti. Le commesse sono fioccate. 

Altro caso tipico quello di Vincenzo Sandro Cosenza, 29 anni, di Castelbuono, in provincia di Palermo. Due anni fa ha ottenuto da Smart&Start 42mila euro per realizzare un laboratorio di disegno e artigianato digitale. Ora, modificando le valvole Charlotte delle maschere per lo snorkelling subacqueo, realizza i raccordi fra i polmoni artificiali e le maschere dei pazienti intubati.

 

L’identikit della Startup italiana descrive una ditta dall’organico ristretto (sino a 4 lavoratori) e prevalentemente giovanile, un capitale fra i 5 e i 10mila euro, una produttività che non supera i 100mila euro. Ci sono naturalmente delle eccezioni, aziende con capitale che supera il milione (neanche l’1% del totale), ed è frequentemente citata la prodigiosa ascesa di Yoox, nata in un garage a Casalecchio sul Reno nel 2000 e diventata un gigante dell’e-commerce applicato alla moda. Ora fattura miliardi ed è quotata in borsa. Ma sono appunto eccezioni. 

Il raffronto con altri Paesi europei è impietoso. Di fronte alla catastrofe sanitaria ed economica di questi mesi Parigi e Berlino hanno reagito destinando rispettivamente 4 e 2 miliardi di euro nell’assistenza al cosiddetto ecosistema delle Startup. A parte le iniziative legate alla straordinarietà della crisi in corso, Francia, Germania e Regno Unito sono da anni lanciatissime nella promozione delle nuove imprese tecnologicamente innovative

Per farsi un’idea del gap che, nonostante i segnali positivi di crescita del settore in Italia e di maggiore attenzione da parte delle autorità pubbliche, ancora separa le aziende innovative del nostro Paese dalle consorelle europee, ecco alcuni dati forniti da “Mind the Bridge” nel rapporto “Tech Scaleup Europe 2019”. Le “Scaleup” sono le Startup che hanno fatto un salto di qualità e raggiunto almeno un milione di euro di fatturato o di finanziamenti. Delle 7mila Scaleup censite solo 208 sono italiane per un totale di raccolta finanziaria complessiva pari a 1,8 miliardi di dollari. Una goccia nel mare dei 126 miliardi dell’Europa nel suo complesso. Nella classifica generale del continente l’Italia occupa il decimo posto. 

 

Consulta anche: "Creare una startup innovativa: di cosa si tratta e quali sono i requisiti necessari"



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