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Lavoro in Italia: perché nel 2024 si assumono più over 50 che giovani

VENERDÌ 19 DICEMBRE 2025 | Lascia un commento
Foto Lavoro in Italia: perché nel 2024 si assumono più over 50 che giovani
Scritto da Stefania Pili
Quando si parla di nuove assunzioni, viene naturale pensare ai giovani che entrano nel mondo del lavoro. Eppure, nel 2024, la realtà racconta una storia diversa. In Italia, la maggior parte dei nuovi contratti non è stata firmata da under 35, ma da lavoratori con più di 50 anni. Un dato che sorprende, ma che soprattutto solleva domande importanti sul presente e sul futuro del lavoro nel nostro Paese.

 

Lavoro in Italia: perché nel 2024 si assumono più over 50 che giovani. Cosa sta succedendo davvero al mercato del lavoro italiano? Perché le aziende assumono sempre più profili senior mentre i giovani faticano a trovare spazio? E quali conseguenze può avere questa tendenza sul ricambio generazionale e sulla crescita economica?

 

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Un dato che fa riflettere

Il mercato del lavoro italiano continua a cambiare, ma non sempre nella direzione che ci si aspetta. Nel 2024, infatti, la grande maggioranza delle nuove assunzioni ha riguardato lavoratori con più di 50 anni, mentre per i giovani l’ingresso nel mondo del lavoro resta complesso e spesso scoraggiante.

Si tratta di un dato che non parla solo di numeri, ma racconta una trasformazione profonda del lavoro in Italia, fatta di scelte obbligate, mancanza di competenze e opportunità non sempre accessibili alle nuove generazioni.

 

Perché le aziende puntano sui lavoratori senior

Molte imprese, soprattutto piccole e medie, si trovano a dover rispondere a esigenze immediate. In questo contesto, assumere un profilo senior diventa spesso la soluzione più semplice e sicura.

I lavoratori over 50 portano con sé:

  • esperienza concreta

  • autonomia operativa

  • conoscenza dei processi aziendali

  • maggiore stabilità nel tempo

In un mercato che corre veloce, avere persone già pronte all’uso è un vantaggio competitivo che molte aziende non possono permettersi di ignorare.

 

Giovani: poche opportunità e troppe incertezze

Dall’altra parte ci sono i giovani, che continuano a scontrarsi con contratti a termine, retribuzioni poco attrattive e percorsi di crescita poco chiari. Non sorprende, quindi, che molti scelgano di cercare opportunità all’estero.

Questa situazione crea un circolo vizioso: meno giovani restano, meno le aziende investono su di loro, e il ricambio generazionale rallenta ulteriormente.

Il ricambio generazionale non avviene da solo

Il ricambio generazionale non è automatico. Richiede tempo, pianificazione e investimenti. Oggi, però, molte realtà faticano a costruire percorsi strutturati che permettano a senior e junior di lavorare insieme, scambiando competenze ed esperienza.

Senza una collaborazione reale tra sistema formativo e mondo del lavoro, l’ingresso dei giovani resta frammentato, mentre le aziende continuano a fare affidamento su profili già formati.

 

Un equilibrio possibile tra esperienza e nuove competenze

Valorizzare i lavoratori over 50 non è un errore. Il problema nasce quando questa scelta diventa l’unica strada percorribile. Per rendere il mercato del lavoro più sostenibile servono politiche e strategie che favoriscano:

  • l’assunzione stabile dei giovani

  • la formazione continua

  • programmi di affiancamento e mentoring

  • lo sviluppo di competenze digitali e trasversali

Solo così sarà possibile costruire un ambiente di lavoro in cui esperienza e innovazione convivono, invece di escludersi a vicenda.

 

Guardare al futuro del lavoro

Il 2024 ci restituisce l’immagine di un mercato del lavoro che invecchia, ma che ha ancora margini di cambiamento. Investire sui giovani non significa rinunciare all’esperienza dei senior, ma creare un ponte tra generazioni.

Per aziende e lavoratori, la sfida è proprio questa: trasformare il lavoro in un luogo di crescita condivisa, capace di offrire opportunità reali a chi entra oggi nel mondo professionale.

 

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Fonte: Corriere della Sera - Lavoro, nel 2024 l’80% dei nuovi assunti ha più di 50 anni: giovani in fuga e ricambio generazionale fermo



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