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Stress da lavoro: quando sfocia nella malattia professionale?

MARTEDÌ 25 MAGGIO 2021 | Lascia un commento
Scritto da Stefania Pili

Ormai si sente sempre più parlare di mobbingstress da lavoro e di sindrome di Burnout. Ebbene sì, lo stress da lavoro può anche portare all'esaurimento nervoso. Molti professionisti, almeno una volta nella vita, si sono quindi ritrovati a fare i conti con il senso di angoscia, la forte pressione della responsabilità e un senso di affaticamento continuo che persiste nel tempo. Ma non solo, tra i sintomi più comuni rientrano anche gastrite, tachicardia e sfoghi cutanei.

In questi casi non bisognerebbe mai sottovalutare la propria situazione psico-fisica, perché questa potrebbe degenerare e sfociare in una vera e propria malattia professionale. Per questo è bene chiedersi se, nei casi gravi, può essere considerata anche un'indennità di invalidità. Vediamo tutto quello che c'è da sapere sullo stress da lavoro.

 

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Stress da lavoro correlato e mobbing

In primis, le patologie psichiatriche rientrano, al pari di quelle fisiche che derivano da un evento traumatico acuto, tra quelle che possono essere causate dallo svolgimento dell'attività lavorativa. Secondo la sentenza della Corte Costituzionale n. 179/1988, infatti, sono da considerarsi malattie professionali, non solo quelle elencate nelle apposite tabelle di Legge, ma anche tutte le altre di cui sia dimostrata la causa lavorativa.

Quali possono essere queste cause? Dipende, ma solitamente tutto nasce da un ambiente di lavoro “tossico”. Qualche esempio: il datore di lavoro o i superiori i obbligano a turni di lavoro estenuanti, vi impegnate a rispettare consegne e scadenze ma il carico di impegni è fin troppo eccessivo, o vi sentite costantemente attaccati sia dal capo che dai colleghi o, addirittura, vi sentite messi da parte ed emarginati, creando quello che viene comunemente definito “mobbing”. Ed è proprio a causa del sovraccarico di impegni e delle continue contestazioni in un ambiente ostile, che si iniziano a sviluppare problemi di conciliazione tra vita privata e lavoro, di sbalzi di umore e di perdita di energie.

Occorre comunque sottolineare che lo stress da lavoro correlato non è relazionato con il mobbing, costituito, invece, da condotte persecutorie nei confronti di un lavoratore al fine di condurlo a lasciare il suo impiego.

In ogni caso, se il lavoratore dovesse avvertire dei sintomi che gli impediscono di vivere bene sia l'ambito lavorativo che la propria vita privata, senza capire quale possa essere il fattore scatenante, molto spesso si trova in una condizione di sovraccarico psicologico provocato dall'ambiente di lavoro, che si può trasformare in patologie di origine psicosomatica.

 

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Certificazione della condizione di stress da lavoro correlato

Per certificare la condizione di stress da lavoro correlato, ci si può rivolgere alle Asl e agli appositi servizi di Psicologia del lavoro delle aziende sanitarie locali. In base ai risultati diagnostici e ai colloqui con il lavoratore, si può quindi certificare la presenza di una condizione di stress da lavoro. I sintomi, naturalmente, devono essere dimostrati attraverso un'oggettiva condizione di stress sul lavoro.

E per quanto riguarda i doveri dell'azienda e del datore di lavoro? In base all'Art. 2087 cod. civ., il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, adottando tutte le misure di prevenzione e di sicurezza necessarie a tutelare efficacemente la salute dei dipendenti ed evitare che la prestazione di lavoro diventi fonte di infortuni o di malattie professionali.

La tutela della salute del dipendente non è relazionata solo a quella fisica, ma anche a quella psichica: per questo si ha la necessità di valutare lo stress da lavoro correlato nel documento di valutazione dei rischi. Se un lavoratore, a causa di fattori legati all’ambiente di lavoro, sviluppa una patologia di stress da lavoro correlato, può chiedere il risarcimento del danno al datore di lavoro.

Come ottenere un risarcimento per malattia professionale? Per vedere riconosciuto un risarcimento, il lavoratore deve dimostrare:

  • il nesso causale tra le patologie riscontrate e lo stress da lavoro correlato;

  • la mancata adozione da parte del datore di lavoro delle misure di sicurezza volte a prevenire il rischio di tali patologie (es. mancata o incompleta redazione del Dvr, carenza nell’organizzazione del lavoro, distribuzione di turni di lavoro eccessivamente gravosi per il lavoratore, carenze infrastrutturali nel luogo di lavoro, etc.);

  • l’entità del danno subito di cui si chiede il risarcimento.

In seguito, si potrà valutare se ottenere una perizia medico legale che accerti la percentuale di danno biologico sofferta dell’individuo a causa dello stress da lavoro correlato. Inoltre, sulla base dell’età anagrafica del lavoratore e della percentuale di danno biologico riscontrata, sarà possibile anche quantificare il danno economico subito dal dipendente.

Il lavoratore potrà anche ottenere le apposite tutele previste dall'Inail, che indennizza i danni sofferti dai dipendenti a causa del lavoro. Il danno che potrà essere richiesto al datore di lavoro sarà il cosiddetto danno differenziale, ossia, la differenza tra il danno complessivamente subito e accertato, e quanto già indennizzato dall'INAIL

 

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