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Bonus Mamme Lavoratrici: tutto quello che devi sapere

MARTEDÌ 20 FEBBRAIO 2024 | Lascia un commento
Foto Bonus Mamme Lavoratrici: tutto quello che devi sapere
Scritto da Tatiana Sannio
Il 2024 ha segnato un'importante svolta per le mamme lavoratrici italiane con l'introduzione del "Bonus mamme". Questa innovativa misura, inserita nella Legge di Bilancio 2024, offre alle lavoratrici dipendenti la possibilità di beneficiare di un esonero totale, pari al 100% della contribuzione previdenziale, corrispondente al 9,19% della retribuzione. Tale agevolazione, con un massimo di 3.000 euro annui, è distribuita su base mensile, consentendo alle beneficiarie di godere di un sostegno finanziario rilevante. In questo articolo, esploreremo in dettaglio chi può accedere a questo vantaggio, analizzando il suo impatto positivo sulle famiglie, i settori coinvolti e quelli esclusi, il limite di reddito, le simulazioni pratiche e la procedura per richiederlo.

In cosa consiste il Bonus Mamme?

Il "Bonus mamme" rappresenta un esonero del 100% della contribuzione previdenziale a carico delle lavoratrici dipendenti, corrispondente al 9,19% della retribuzione. La somma massima di 3.000 euro annui è ripartita su base mensile, con un limite massimo di 250 euro al mese. Tali calcoli, secondo l'Ufficio Parlamentare di Bilancio, corrispondono a circa 141 euro netti in busta paga.

Chi può accedere al Bonus Mamme?

Il "Bonus mamme" mira a sostenere specifiche categorie di lavoratrici dipendenti:

  • Le donne con almeno tre figli, di cui almeno uno minorenne.
  • Coloro che hanno due figli, con il più piccolo di età inferiore ai 10 anni. Questa iniziativa si propone di alleviare il carico finanziario delle famiglie numerose, offrendo un beneficio economico che può essere di notevole aiuto, specialmente in un contesto sociale in continua evoluzione.

Settori coinvolti e categorie escluse

Il "Bonus mamme" si estende alle lavoratrici dipendenti del pubblico e del privato, comprese quelle del settore agricolo con contratto a tempo indeterminato, anche part-time. Sono escluse le lavoratrici con contratti a tempo determinato, mentre hanno diritto al bonus quelle con contratti di somministrazione o in apprendistato. Le lavoratrici autonome, purtroppo, dovranno continuare a coprire integralmente la loro contribuzione.

Limite di reddito e calcoli applicati

Un aspetto interessante è che non vi è un limite di reddito per accedere al beneficio. Teoricamente, anche le lavoratrici con redditi più elevati potrebbero fare richiesta, poiché il vincolo è legato all'importo di contribuzione esonerato, fissato a 3.000 euro annui. Tuttavia, questo limite è crescente al crescere della retribuzione, dato che è proporzionale alla contribuzione a carico della lavoratrice.

Il Bonus nei prossimi anni: 2025 e 2026

Le madri con almeno tre figli, il più piccolo dei quali non ha compiuto 18 anni, avranno diritto al bonus anche nel 2025 e 2026 fino al compimento della maggiore età del terzo figlio. Un segno di continuità nell'attenzione alle esigenze delle famiglie italiane.

Numeri e soglie di esenzione

Secondo i calcoli dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, le lavoratrici non pagheranno contributi fino a una retribuzione lorda di circa 32.600 euro. Oltre tale soglia, agisce il massimale, e i contributi dovuti corrispondono all'applicazione dell'aliquota contributiva al reddito eccedente. A 65.000 euro di retribuzione lorda, l'aliquota contributiva effettiva è pari alla metà di quella legale.

Come fare richiesta?

Le lavoratrici che hanno diritto all'esonero possono comunicare la loro intenzione di avvalersene al datore di lavoro o direttamente all'INPS, fornendo i codici fiscali dei figli interessati. È una procedura volta a garantire la massima semplicità e tempestività nell'ottenere il beneficio.

Quando Inizia e quando termina il beneficio?

Il beneficio spetta dal primo gennaio, indipendentemente dalla data di comunicazione al datore di lavoro o all'INPS, a condizione che siano soddisfatti i requisiti. Nel caso in cui il secondo figlio nasca durante l'anno, il diritto al beneficio sarà riconosciuto dalla data di nascita del secondo figlio. La durata del beneficio varia: si interrompe quando il secondo figlio compie 10 anni nel caso di due figli e quando l'ultimo compie 18 anni in caso di tre o più figli.

Scenari pratici: simulazioni ed esempi

Per gettare luce su come il "Bonus mamme" può impattare concretamente il reddito familiare, esaminiamo alcune simulazioni pratiche.

  1. Lavoratrice Apprendista: Immaginiamo una lavoratrice con un reddito mensile di 1.900 euro e un'alicota contributiva del 5,84%. In questo caso, il "Bonus mamme" potrebbe tradursi in un aumento di 110,96 euro in busta paga, rappresentando un sostegno tangibile per affrontare le spese quotidiane.
  2. Lavoratrice a Tempo Indeterminato con Famiglia Numerosa e Figlio Disabile: Supponiamo una madre con un reddito annuo di circa 35.000 euro, tre figli minori e un componente disabile. La combinazione di "Bonus mamme" e assegno unico universale potrebbe generare un beneficio mensile di 1.042,2 euro in busta paga, contribuendo in modo significativo al benessere familiare.
  3. Lavoratrice a Tempo Indeterminato con Rendimento Elevato: Analizziamo una situazione in cui una lavoratrice con un reddito mensile di 3.600 euro potrebbe ottenere un "Bonus mamme" mensile di 250 euro, rappresentando un apprezzabile contributo al bilancio familiare.

Sostegno e solidarietà per un futuro sicuro

Il "Bonus mamme" non è solo un incentivo economico, ma un segno tangibile di sostegno e solidarietà nei confronti delle mamme lavoratrici italiane. Questa iniziativa riflette l'impegno a costruire una società che valorizza e supporta le famiglie, riconoscendo l'importante ruolo svolto dalle donne nel mondo del lavoro.

Se ti indentifichi con questa categoria ti consigliamo di consultare la circolare INPS del 31 gennaio 2024, n. 27 per reperire ulteriori informazioni. 
Continua a seguirci per ulteriori aggiornamenti!

A presto, 
Il team di APPLavoro



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