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Come difendersi dal caldo record sul lavoro: le regole secondo l'INAIL

MERCOLEDÌ 20 LUGLIO 2022 | Lascia un commento
Foto Come difendersi dal caldo record sul lavoro: le regole secondo l'INAIL
Scritto da Stefania Pili
Dall'abbigliamento all'acqua fresca da assumere ogni 15 minuti, ma non solo. A causa delle temperature elevate, bisogna correre ai ripari e prevenire possibili conseguenze negative sul posto di lavoro.


Come difendersi dal caldo record sul lavoro: le regole secondo l'INAIL. Un vademecum pronto all'uso per tutti i lavoratori, datori di lavoro e figure aziendali della salute e della sicurezza, realizzato nell’ambito delle attività del progetto Worklimate, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe). Uno studio che analizza gli effetti dell'elevato stress termico ambientale sulle persone mentre svolgono il proprio impiego. Vediamo, nello specifico, di cosa si tratta.


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Prevenzione e sicurezza sul lavoro

L'INAIL ha pubblicato un decalogo per prevenire le patologie da calore nei luoghi di lavoro; questo a causa del caldo torrido e delle temperature davvero estreme che ormai attanagliano l'Italia già da parecchie settimane. Si tratta quindi di raccomandazioni per limitare l'impatto del caldo record, rischioso soprattutto per chi svolge il proprio lavoro all'aperto, in condizioni ambientali prive di comfort, ad esempio nel settore agricolo e delle costruzioni.

Il documento INAIL dell'11 luglio 2022 descrive le principali patologie da caldo e calore, i fattori scatenanti e le prime misure cautelative, includendo segni e sintomi delle patologie, oltre che le cause. L'iniziativa fa parte del progetto “Worklimate, strategie di intervento per contrastare lo stress termico in ambito occupazionale” realizzato insieme al Consiglio nazionale delle ricerche- Istituto per la BioEconomia, con la partecipazione delle Aziende Usl Toscana Centro e Toscana Sud Est, del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio e del Consorzio LaMMA.

In base al progetto, le previsioni di stress climatico occupazionale sono personalizzate su soggetti sani, con profilo di lavoratore standard (alto 1.75 cm, peso 75 kg) che svolge attività fisica moderata o intensa, esposto direttamente ai raggi solari o all’ombra, scandite in 4 fasce orarie (ore 8.00, ore 12.00, ore 16.00 e otre 20.00). Inoltre, grazie alle piattaforme Internet di “Worklimate”, è possibile anche prevedere lo stress da calore correlato ai rischi professionali: nello specifico, per 5 giorni i livelli di “rischio caldo” previsti per le ore 12.00 in una specifica località, riferiti a un lavoratore non adatto al caldo, esposto al sole e impegnato in un'attività fisica intensa, e naturalmente le misure da adottare per contrastarli.

 

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I punti trattati dal decalogo INAIL

In base alla guida, tra le patologie da calore rientrano crampi, dermatite da sudore, squilibri idrominerali fino al colpo di calore, che può causare anche aritmie cardiache e l’innalzamento della temperatura corporea oltre i 40°. il datore di lavoro, tenendo ben presenti questi importanti aspetti, deve organizzarsi con procedure specifiche per attuare le misure più efficaci, ad esempio con la scelta di una persona che verifichi il piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo. È poi fondamentale la formazione dei lavoratori, considerare l’importanza dell’idratazione, di un abbigliamento adeguato, la riorganizzazione dei turni di lavoro e la possibilità di accedere ad aree ombreggiate durante le pause. Di seguito il riassunto dei dieci punti trattati:

  • designare una persona che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo sulla salute e sulla sicurezza e l’adeguata risposta;

  • identificazione dei pericoli e valutazione del rischio;

  • formazione;

  • strategie di prevenzione e protezioni individuali per i lavoratori;

  • riorganizzazione dei turni di lavoro;

  • rendere disponibili e accessibili aree ombreggiate per le pause;

  • favorire l’acclimatazione dei lavoratori;

  • realizzazione del “sistema del compagno”;

  • pianificazione e risposta alle emergenze;

  • misure specifiche per i luoghi di lavoro in ambienti chiusi”.


Da sottolineare anche che le alte temperature possono essere causale per trattamenti di CIGO (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria). Lo specifica il messaggio n. 1856/2017 dell’INPS: le elevate temperature (sopra i 35 gradi), che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi dove non è possibile proteggersi dal sole, o che comportano l’utilizzo di materiali e lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono dare titolo a trattamenti di cassa integrazione (CIGO).

Per quanto riguarda i trattamenti individuali, essi devono essere volti a una corretta gestione del rischio attraverso l'idratazione, quindi con acqua sempre disponibile e facilmente accessibile in condizioni di esposizione al calore. Inoltre, non esagerare con l’assunzione di bevande energizzanti o integratori salini. Segue un adeguato abbigliamento, quindi abiti leggeri che coprano la maggior parte del corpo, specialmente la testa quando si lavora sotto i raggi diretti del sole. Da considerare con estrema attenzione anche le patologie croniche che aumentano le probabilità di rischio legate al caldo, ad esempio disturbi alla tiroide, obesità, asma, diabete o patologie cardiovascolari.

Occorre anche favorire l’acclimatazione dei lavoratori, partendo da neoassunti, più giovani e meno esperti, e promuovere forme di reciproco controllo dei lavoratori, soprattutto in momenti della giornata caratterizzati da temperature particolarmente elevate o, in generale, durante le ondate di calore, realizzando il cosiddetto «sistema del compagno». Questo significa che, in caso di insorgenza di segni e sintomi di patologia da calore, può chiamare il 118 o il numero unico 112 e prestare il primo soccorso.


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