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Decreto Legislativo Salva Imprese e mini riforma Jobs Act: novità e cambiamenti

LUNEDÌ 11 NOVEMBRE 2019 | Lascia un commento
Foto Decreto Legislativo Salva Imprese e mini riforma Jobs Act: novità e cambiamenti
Scritto da Stefania Pili

Il governo Conte Bis in pochi mesi ha già discusso e preso importanti decisioni riguardo al tema del lavoro e delle imprese. Nello specifico, lo scorso 23 ottobre è stato approvato il Decreto Legislativo “Salva Imprese” con un voto di fiducia al Senato: 168 favorevoli e 110 contrari. In questo fondamentale Decreto è contenuta una mini riforma del Jobs Act che prevede una serie di provvedimenti a tutela di alcune categorie di lavoratori, indennità e compensi minimi, collaborazioni e altre fondamentali questioni. Si tratta di un vero e proprio maxi emendamento formato da due parti: una parte relativa alla tutela del lavoro, l’altra sulle crisi aziendali che interessano l’Italia, purtroppo, da svariati anni. 

 

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Vediamo insieme cosa si è deciso, nel dettaglio:

 

Nuovi diritti per i riders

Chi sono i riders, innanzitutto? Sono fattorini, solitamente giovani ragazzi, ma anche over 40, che portano a domicilio un pranzo o una cena, prelevati dal ristorante al quale si è inoltrato l’ordine attraverso le piattaforme online di food delivery. Il rider può scegliere di utilizzare un proprio mezzo di trasporto (non in dotazione). Con le nuove norme si applicano le tutele del lavoro subordinato a chi, come i riders, lavorano sia in maniera continuativa che in maniera occasionale e discontinua con divieto di cottimo, paga minima oraria collegata ai Ccnl, salute e sicurezza, tutele previdenziali; non potranno essere retribuiti in base alle consegne effettuate, ma in base al compenso minimo orario accordato dalla contrattazione collettiva sottoscritta dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative. I riders verranno quindi considerati dipendenti, a meno che non abbiano un rapporto di collaborazione occasionale (fino ai 5mila euro) con un’indennità poi almeno al 10% per il lavoro notturno e nei festivi. 

Consulta anche: “Lavori per studenti: quali scegliere per iniziare a imparare e guadagnare

 

Nuova regolamentazione per il lavoro con le piattaforme digitali 

Nello specifico, il testo uscito dal Senato con le modifiche alla riforma del Jobs Act del 2015, va a intervenire sull’articolo 2, comma 1, del dlgs 81/2015, applicando la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai “rapporti di collaborazione che concretano in prestazioni di lavoro prevalentemente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente”. Quindi, tra i rapporti di lavoro subordinato rientrano anche le prestazioni di lavoro “organizzate mediante piattaforme digitali”. Se prima queste prestazioni e le loro modalità di esecuzione del lavoro dovevano essere organizzate dal committente “anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro”, tale riferimento viene eliminato dalla nuova normativa. Per stabilire e identificare un rapporto di lavoro subordinato non ci sarà più bisogno di una presenza fiducia in un ufficio e l’obbligo di rispettare orari di lavoro. 

 

Più contratti individuali e meno discriminazione

Tutti i contratti individuali dovranno essere messi per iscritto; pena, se il datore di lavoro non rispetta la norma in questione, un risarcimento per il dipendente digitale “di entità non superiore ai compensi percepiti nell’ultimo anno” e il cui valore dovrà tenere conto della “gravità e della durata delle violazioni e il comportamento delle parti”. Inoltre, si applicano le stesse sanzioni antidiscriminatorie previste per tutti gli altri e si introduce il divieto di “esclusione dalla piattaforma e riduzioni delle occasioni di lavoro ascrivibili alla mancata accettazione della prestazione” al fine di eliminare l’abitudine di accettare tutto il lavoro che arriva per paura di essere “licenziato”.

 

Sempre più tutele

Lo accennavamo in precedenza per i riders, ma il maxi-emendamento tutela maggiormente anche gli iscritti alla gestione separata (fondo pensionistico finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati), in materia di malattia, con un raddoppiamento di indennità di degenza ospedaliera, e stabilendo un congedo di maternità retribuito, a condizione che il lavoratore abbia versato almeno un mese di contribuzione alla gestione separata nei 12 mesi precedenti alla richiesta. Si ha poi l’obbligo, per il committente, di stipulare un’assicurazione sugli infortuni sul lavoro (secondo i criteri dell’Inail). Tutte norme che entreranno in vigore a tutti gli effetti a partire da 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

 

Stabilizzazione dei precari Anpal e largo al settore Green 

Si vedono finalmente degli spiragli per la stabilizzazione dei precari dell’Agenzia per le Politiche Attive del Lavoro con un’assunzione diretta dei lavoratori a tempo determinato e  con i concorsi interni per i collaboratori, oltre alla proroga delle graduatorie risalenti dal 2011-2015 per le selezioni pubbliche.

Entra in vigore anche la regolamentazione dell’end of waste, il procedimento per dare la certificazione di materia prima secondaria, con procedure che consentono il riciclo dei rifiuti; viene anche data la priorità alle operazioni di decarbonizzazione. Una grande valorizzazione per il settore italiano del green.

Leggi anche: “Largo al green: le giovani imprese italiane che dicono sì al risparmio e alla salvaguardia dell’ambiente

 

Le altre norme

Per quanto riguarda l’ex Ilva, è stato abolito lo scudo legale con la soppressione dell’articolo 14 del decreto che escludeva “la responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell’affittuario o acquirente dell’azienda in relazione alla condotte poste in essere in attuazione del Piano ambientale”.

Le aziende che si occupano di realizzazione di elettrodomestici (compresa la Whirpool), sono esonerate dal “contributo addizionale dovuto in caso di ricorso al trattamento di integrazione salariale nel limite di spesa di 10 milioni di euro per il 2019 e di 6,9 milioni di euro per il 2020”; tutto questo, per le aziende che hanno già di 4mila lavoratori e che hanno unità di produzione nel territorio nazionale, di cui almeno una in un’area di crisi complessa, e che hanno stipulato con contratto di solidarietà. 

Verranno inoltre assegnate nuove risorse per Sardegna e Sicilia per continuare i trattamento di integrazione salariale o mobilità in deroga dei lavoratore nelle aree di crisi industriale complessa con un limite pari a 3,5 milioni di euro per la Sicilia e 3 milioni per la Sardegna.

Inoltre, i datori di lavoro dovranno comunicare per via telematica al Ministero del Lavoro, e non più all’Anpal, le comunicazioni relative ad assunzioni e licenziamenti.

Rimane, purtroppo, ancora in sospeso la norma salva ostelli della gioventù per la loro trasformazione in Ente Pubblico nell’”Associazione Alberghi per la gioventù” (Aig).

 

Consulta anche: “Sicurezza sul lavoro: prevenzione e salute sono sempre dalla parte dei lavoratori?



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