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Reddito di Cittadinanza: cosa cambierà nel 2023

MERCOLEDÌ 26 OTTOBRE 2022 | Lascia un commento
Scritto da Stefania Pili
Si va verso una sostituzione dell'attuale Reddito di Cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e interventi volti alla formazione e all'inserimento nel mondo del lavoro.

 

Reddito di Cittadinanza: cosa cambierà nel 2023. In molti si chiedono se il sostegno economico sarà ancora attivo anche con il recente cambio di governo; un sostegno per un milione di famiglie e circa due milioni e mezzo di persone, che con molta probabilità subirà delle modifiche sostanziali per poterlo migliorare e aiutare realmente chi non è in grado di lavorare.

 

Leggi anche: “Decreto Trasparenza: nuovi obblighi per chi assume

 

Un vero sostegno per chi non può lavorare

Il nuovo governo ritiene che sia necessario un cambiamento concreto riguardo al sostegno economico attualmente attivo per migliaia di italiani. Si tratta di una sostituzione dell'attuale reddito di cittadinanza con misure più adeguate di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro.

Modifiche importanti pensate per combattere i “furbetti” che percepiscono il contributo nonostante siano in grado di lavorare, ma anche per migliorarlo e renderlo uno strumento “spronante.” Per tutte le persone che invece non possono lavorare ci sarà un maggior coinvolgimento degli enti locali, che saranno in grado di riconoscere situazioni di vera necessità e disagio, ma anche per prevenire eventuali abusi.

Il programma quindi, prevede l'introduzione di “un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico - ai pensionati in difficoltà o agli invalidi non sarà negato il doveroso aiuto dello stato - per altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non è il reddito di cittadinanza ma il lavoro, la formazione e l'accompagnamento al lavoro".

Le modifiche all'attuale Reddito di Cittadinanza

La proposta richiede delle modifiche normative, nello specifico nuove tempistiche di fruizione del sussidio, insieme a un rafforzamento della condizionalità. Ma non solo, è previsto anche che ci sia maggiore coinvolgimento da parte delle agenzie per il lavoro per concretizzare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Inoltre, ci saranno nuovi obblighi e diritti dei percettori abili al lavoro, pertanto, chi può lavorare, non potrà più continuare a beneficiare dell’assegno. Sarà invece mantenuto o aumentato, laddove possibile, il doveroso sostegno economico per i soggetti fragili, non in condizioni di lavorare.

Ma quali sono i dati attuali riguardo al Reddito di Cittadinanza? In base all’ultimo rapporto dell’Anpal, sui 2,3 milioni di percettori, in 920mila sono considerati in grado di lavorare. Tra questi, dopo una prima scrematura dei centri per l’impiego in 660mila (72%) dovevano essere presi in carico, ma solo in 280mila (42,5%) hanno stipulato il Patto per il lavoro. In 173mila (18,8%) risultano avere un lavoro (dal 26% del Centro Italia al 15,3% delle Isole). Il 73% dei casi non ha mai avuto un contratto di lavoro dipendente o in para-subordinazione nei tre anni precedenti. Il 70,8% ha al massimo un titolo di scuola secondaria inferiore e solo il 2,8% un titolo di livello terziario, un quarto ha un diploma di scuola secondaria superiore.

 

Vedremo cosa davvero cambierà in futuro. Continua a seguire il Blog di AppLavoro per rimanere aggiornato su tutte le ultime news dal mondo del lavoro.

 

Consulta anche: “Le Grandi Dimissioni non vanno in vacanza: altri 300mila hanno lasciato il lavoro



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