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I migliori datori di lavoro al mondo 2020 secondo Forbes

MARTEDÌ 29 DICEMBRE 2020 | Lascia un commento
Foto I migliori datori di lavoro al mondo 2020 secondo Forbes
Scritto da Stefania Pili

Chi sono i migliori datori di lavoro al mondo 2020? Un anno decisamente sfortunato, complicato e pesante da ogni punto di vista. Forse è proprio per questo che la classifica stilata da Forbes e Statista ha un valore ancora più rilevante. Le due società di ricerche di mercato, tra le più importanti al mondo, hanno quindi condotto una grande ricerca (la quarta annuale riguardo a questa tematica) con una cospicua raccolta di dati.

Nello specifico, sono stati intervistati 160mila lavoratori a tempo pieno e part-time di 58 paesi che lavorano per aziende con attività in più nazioni o regioni. Le interviste sono state effettuate in maniera continuativa da giugno a luglio 2020; ai partecipanti è stato chiesto di valutare la loro disponibilità a raccomandare i propri datori di lavoro ad amici e familiari e, in seguito, di indicare il proprio grado di soddisfazione riguardo i comportamenti adottati durante l'emergenza da Covid-19 dai loro superiori con un punteggio in termini di immagine, impronta economica, sviluppo del talento, parità di genere e responsabilità sociale. L’elenco finale è composto da 750 multinazionali e grandi società con sede in 45 paesi.

 

Per approfondire: “Crisi del lusso e delle auto e crescita del cibo e dell'e-commerce: cosa ci racconta finora il Coronavirus
 

Il primato degli Stati Uniti e delle telecomunicazioni

Gli Stati Uniti si aggiudicano il primo posto nella classifica Forbes con 247 datori di lavoro. Al secondo posto si trova l'Europa con 224 datori, seguita dall'Asia e dall'Oceania con 208. A trionfare, però, è la sudcoreana Samsung, seguita dalle aziende americane Amazon, IBM e Microsoft. Le prime aziende europee in classica sono le tedesche Siemens e Bosch, che si trovano rispettivamente alla nona e decima posizione.

Per quanto riguarda l'Italia, la classifica premia Ferrari al 51esimo posto. Troviamo poi aziende che operano in svariati settori, dall'energia all'abbigliamento, dal food all'elettronica, fino alle infrastrutture e al manifatturiero: De' Longhi (123°), Enel (191°), Artsana (204°), Terna (210°), Pirelli (222°), Prada (226°), Davide Campari Milano (251°), Snam ( 254°), Telecom Italia (281°), Fincaniteri (457°), Burgo Group (544°), Generali Group (600°), Eni (637°) e Atlantia (727°).

In generale, i dipendenti di organizzazioni IT, software e telecomunicazioni sono stati i più capaci a rispondere alla crisi sanitaria ed economica, facendo crescere il proprio business anche da remoto in modo semplice e ottimale. Inoltre, hanno valutato le risposte delle loro aziende al Coronavirus in maniera più positiva rispetto ai lavoratori delle società di viaggi e tempo libero o di trasporto. Gli intervistati dalla Colombia e dal Brasile sono stati anche molto più soddisfatti della gestione della pandemia da parte dei loro datori di lavoro rispetto a quelli del Giappone, Singapore, Corea del Sud o Italia.

 

Leggi anche: “6 consigli per non imbruttirti lavorando da casa

 

Uniti contro il Coronavirus

Come accennato in precedenza, le aziende presenti nella classifica si sono dovute scontrare con le conseguenze nefaste del Covid-19 sulla propria forza lavoro.

Amazon, ad esempio, è stata denunciata per non aver fornito ai lavoratori del suo centro logistico di Staten Island JFK8 un ambiente di lavoro sicuro. Un problema molto serio dato che almeno otto dei suoi dipendenti sarebbero morti proprio a causa del Covid-19. Allo stesso tempo però, da quando è scoppiata la pandemia, l'azienda ha investito grosse cifre sulla sicurezza sul lavoro: a giugno, infatti, ha concesso a tutti i dipendenti e partner in prima linea un bonus per un totale di 500 milioni di dollari e ha speso 4 miliardi di dollari in misure relative al Covid, tra cui la distribuzione di oltre 100 milioni di mascherine ai dipendenti, l’implementazione di controlli della temperatura nei siti di tutto il mondo e procedure di pulizia in tutti i siti Amazon. L’azienda ha anche iniziato regolarmente a sottoporre i propri dipendenti al test per il Covid-19. Un portavoce di Amazon, a tal proposito, ha dichiarato: “Nei primi giorni della crisi, abbiamo arruolato molti dei principali medici di epidemiologia e risposta alle epidemie del mondo per lavorare con il nostro team di sicurezza globale composto da 5.000 membri per ideare e implementare modifiche ai processi in tutti i nostri edifici - nel complesso, abbiamo introdotto o modificato oltre 150 processi per garantire la salute e la sicurezza dei nostri team”.

 

HP, invece, ha offerto ai suoi dipendenti dei vantaggi un po' inconsueti durante la pandemia. Innanzitutto, ha voluto concedere del sano e divertente svago con una leggendaria festa da ballo durata ben 12 ore; ebbene sì, l'azienda ha assunto il Dj Ryan Best per organizzare una festa da ballo virtuale per premiare la forza lavoro dei dipendenti e alzare il loro morale durante la pandemia. Circa 2mila dipendenti hanno così effettuato l'accesso a Zoom e hanno ballato nella propria abitazione con i propri animali domestici, con parrucche e travestimenti vari insieme (virtualmente) ai propri capi e colleghi. Tracy Keogh, responsabile delle risorse umane di HP, ha affermato: "Le persone lo hanno adorato davvero - quello che stai cercando di fare è unire le persone e sollevarle. È così difficile convincere le persone a superare questa pandemia”.

Oltre allo svago, HP ha offerto ai suoi dipendenti una serie di altri vantaggi insoliti. L'azienda, durante la pandemia, ha aumentato fino a 10mila dollari i fondi di sostegno per i dipendenti che hanno dovuto affrontare difficoltà finanziarie a causa del virus. Non solo, i dipendenti hanno potuto avere accesso a ore d'ufficio settimanali con medici, corsi di cucina guidati da chef Michelin e sessioni di istruzione da casa/tutoraggio. Tutto questo ha assicurato all'azienda di hardware e tecnologia il 17° posto della classifica.
 

L'azienda tedesca Siemens ha adottato con molta soddisfazione la modalità del lavoro a distanza. A luglio ha infatti annunciato che i suoi dipendenti avrebbero potuto accedere al telelavoro due o tre giorni alla settimana anche dopo la fine della pandemia. Il dottor Jochen Wallisch, vicepresidente senior delle risorse umane dell’azienda, ha dichiarato: “La maggior parte dei miei colleghi di altre aziende non si aspettava un annuncio come questo da un’icona industriale come Siemens - uno dei rari aspetti positivi della crisi Covid è che alcuni pregiudizi del lavoro mobile sono andati nel nulla. Abbiamo visto tutti quanto si può lavorare in modo produttivo ed efficace da casa”. Per questa e tante altre ragioni, Siemens si è guadagnata il 9° posto della classifica Forbes.

 

Cisco ha invece puntato su altri fattori per mantenere alto e costante il benessere dei suoi dipendenti. Il 22 maggio, il Ceo Chuck Robbins e il chief people officer Fran Katsoudas hanno concesso un giorno libero a quasi 76mila dipendenti dell’azienda americana per promuovere la salute mentale. Tre mesi dopo, il 28 agosto, Cisco ha annunciato un giorno di “scollegamento”. Il datore di lavoro ha anche cercato di sostenere i dipendenti in India, dove i casi di Covid-19 sono aumentati in aree con infrastrutture mediche di scarso livello. Cisco ha anche attivato un numero verde attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per i suoi 10mila dipendenti presenti nel Paese, mettendoli in contatto con professionisti medici che potevano fornire consulenza e assistenza ottenendo cure di ben più alto livello. Katelyn Johnson, senior manager of global benefits di Cisco, ha affermato: “Quello che stiamo facendo come azienda è gestire e mitigare il rischio di Covid-19 diffuso tra i nostri dipendenti in tutto il mondo – questo è stato un anno di sfide, ma anche un anno di traguardi positivi”. Cisco, grazie al suo approccio improntato sul benessere dei dipendenti, si posiziona al 18° posto della classifica.

 

Se desiderate consultare la classifica completa, potete visitare il sito ufficiale The World’s Best Employers 2020 con l'elenco di tutte le aziende e i datori di lavoro scelti da Forbes.


Consulta anche: “La strategia di Dan Schulman, Ceo di Paypal, per investire nella salute finanziaria dei dipendenti



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